Capitolo 13: Assoggettare i mezzi di comunicazione
Indice dei contenuti
Introduzione
1. L’indottrinamento di massa nei Paesi comunisti
2. L’infiltrazione comunista nei media occidentali
3. L’influenza della Sinistra tra i professionisti dei media
4. La conquista dei media da parte del Liberalismo e del Progressismo
5. L’industria cinematografica: avanguardia contro la tradizione
6. Televisione: corruzione morale in ogni casa
7. I media: un campo di battaglia strategico di una guerra totale
Conclusione: richiamare i media al senso di responsabilità
Note bibliografiche
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Introduzione
L’influenza dei media nella società moderna è enorme e cresce ogni giorno: dall’ambito locale a quello globale, i mass media si sono evoluti dal punto di vista tecnologico, passando dai giornali e dalle riviste, alla radio, film e televisione; in più, con l’avvento dei social media e dei contenuti generati dagli utenti, l’internet ha notevolmente amplificato la velocità e la portata della comunicazione audiovisiva.
Le persone si affidano ai media per le notizie e le analisi; nell’oceano di informazioni disponibili essi influenzano ciò che le persone vedono e come interpretano i fatti. I media sono in grado di influenzare le prime impressioni su un qualsiasi argomento: esercitano una considerevole influenza psicologica sulla gente.
Per l’élite della società, in particolare per i politici, i mezzi di comunicazione di massa svolgono un ruolo decisivo, in quanto sono un punto di riferimento per l’opinione pubblica. Gli argomenti trattati dai mezzi di informazione diventano questioni di grande preoccupazione mentre le questioni che non vengono affrontate vengono spesso ignorate e velocemente dimenticate.
Thomas Jefferson, padre della Dichiarazione di Indipendenza americana e terzo presidente degli Stati Uniti, descrisse il vitale ruolo che la stampa svolge nella società: «se io dovessi decidere tra avere un governo senza giornali o dei giornali senza un governo, non esiterei un attimo a scegliere quest’ultima cosa[1]».Come voce della società, i media possono sia salvaguardare la moralità generale della società o essere uno strumento del male; il loro compito è quello di riferire la verità degli eventi più importanti nel mondo in modo equo, accurato e tempestivo. Devono sostenere la giustizia e condannare i reati, promuovendo al contempo la bontà; la loro missione va al di là degli interessi privati di un qualsiasi individuo, azienda o partito politico.
In Occidente i mezzi di comunicazione sono considerati i guardiani della verità e dei valori fondamentali della società, godono dello status di “quarto potere” e i giornalisti sono rispettati per la loro competenza e i loro sacrifici.
Joseph Pulitzer, giornalista, editore e fondatore del Premio Pulitzer, dichiarò: «La nostra Repubblica e la sua stampa ascenderanno o crolleranno insieme. Una stampa abile, disinteressata, attenta al pubblico, con un intelletto addestrato a conoscere il giusto e abbastanza coraggiosa per metterlo in atto, può preservare quella pubblica virtù senza la quale il governo è una finzione e una presa in giro. Mentre una stampa cinica, mercenaria e demagogica produrrà nel tempo un popolo simile a se stessa. Il potere di plasmare il futuro della Repubblica sarà nelle mani dei giornalisti delle generazioni future[2]».
Tuttavia, nel mezzo del declino morale dell’umanità, è difficile per i media proteggere le virtù che dovrebbero avere in loro e svolgere i propri compiti, a causa della pressione del potere e delle tentazioni del denaro. Nei Paesi comunisti i media sono controllati dallo Stato: agiscono come portavoce del regime, attuano il lavaggio del cervello alle masse e si rendono complici delle politiche di terrorismo intraprese dallo Spettro del Comunismo.
Nella società occidentale i media sono stati pesantemente infiltrati dal pensiero comunista, diventando tra i principali veicoli mediante i quali sono state diffuse le tendenze anti-tradizionali, anti-morali e demoniache, così come bugie e odio, buttando benzina sul fuoco della degenerazione morale. Molte aziende mediatiche hanno abbandonato il proprio dovere: portare la verità agli individui e custodire la coscienza morale della società. È diventato imperativo ripristinare lo stato originale dei mezzi di comunicazione, così che possano tornare a essere responsabili del proprio compito.
1. L’indottrinamento di massa nei Paesi comunisti
Fin dall’inizio, lo Spettro del Comunismo ha visto i media come uno strumento per il lavaggio del cervello. Nel loro scritto del 1847 La lega comunista, Marx ed Engels chiedevano ai membri di avere «energia rivoluzionaria e zelo nella propaganda[3]», usando spesso nei loro articoli termini come «campo di battaglia del partito», «portavoce del partito», «centro politico» o «strumento per l’opinione pubblica» per esprimere il carattere e le funzioni desiderate dai media.
Lenin li ha usati come strumento per promuovere, incitare e organizzare la rivoluzione russa: non deve quindi sorprendere che è stato tra i fondatori di Iskra e Pravda, i giornali ufficiali del Partito, usati per promuovere la propaganda rivoluzionaria e l’attivismo. Subito dopo la presa del potere da parte del Partito Comunista Sovietico, la stampa è stata messa in azione per l’indottrinamento interno; all’estero la propaganda aveva lo scopo di migliorare l’immagine del Comunismo ed esportare la rivoluzione in altri Paesi.
Anche il Partito Comunista Cinese considera i mezzi di comunicazione come uno strumento per poter controllare e dirigere l’opinione pubblica, in quanto portavoce della dittatura del partito. Il governo retto dal PCC infatti «si affida alle armi e alle penne per prendere e consolidare il potere[4]» Fin dal periodo di Yan’an, Hu Qiaomu, segretario di Mao Zedong, aveva proposto di adottare il principio di «prima di tutto la natura del partito», in relazione al lavoro dei giornali, sostenendo che il quotidiano del partito «deve portare avanti i punti di vista e le comprensioni del partito in tutti gli articoli, in ogni saggio, ogni notizia e ogni newsletter[5]».
Una volta stabilito il proprio potere, Il PCC ha imposto uno stretto controllo sui media, inclusi televisione, radio, giornali, riviste e in seguito Internet. Li usa come strumenti per indottrinare i cinesi con l’ideologia comunista, per sopprimere i dissidenti, intimidire il pubblico e nascondere o distorcere la verità. I giornalisti sono diventati “esperti” di autocensura: consapevoli che un singolo errore potrebbe portare a tristi conseguenze. La censura non solo permea i canali di notizie ufficiali, anche i blog personali e i forum online sono monitorati e controllati da un vasto sistema di monitoraggio online.
C’è un detto cinese contemporaneo che descrive chiaramente il ruolo dei media sotto il controllo del PCC: «Io sono il cane del partito, sto seduto davanti alla porta del partito e morderò chiunque il partito mi dirà di mordere, tante volte quanto mi verrà detto di farlo». Non si tratta un’esagerazione. Ogni movimento politico portato avanti dal Comunismo inizia con il fomentare l’opinione pubblica: i mezzi di comunicazione svolgono un ruolo decisivo nel divulgare menzogne per incitare l’odio; il risultato sono violenza e uccisioni. Un meccanismo mortale be oliato nei regimi comunisti.
Durante il massacro di piazza Tiananmen del 1989 il PCC considerava gli studenti come teppisti violenti: mettere in campo l’esercito per reprimere la “rivolta” era quindi necessario. In seguito al massacro ha dichiarato che l’esercito non aveva sparato un solo colpo e quindi non vi erano stato vittime in a Piazza Tiananmen[6]. Nel 2001, all’inizio della persecuzione del Falun Gong, il regime ha inscenato il cosiddetto incidente dell’auto-immolazione di Tiananmen per diffamare la pratica spirituale, così da suscitare e diffondere odio contro il Falun Gong in Cina, così come nel resto del mondo[7].
I più importanti dirigenti dei vari dipartimenti nel governo del PCC hanno sempre dato grande importanza alle operazioni di propaganda: il personale che viene assunto per svolgere questi compiti raggiunge cifre altissime. Alla fine del 2010 il governo cinese contava più di 1 milione e 300 mila impiegati al lavoro nell’apparato di propaganda nazionale. Tra di loro circa 56 mila sedevano nelle scrivanie dei vari dipartimenti di propaganda a livello provinciale e di contea; 1 milione e 200 mila nelle unità di propaganda locale e circa 52 mila persone nelle unità di lavoro centrali di propaganda[8]. Queste cifre non includono i dipendenti incaricati di monitorare e manipolare le opinioni online, come la polizia postale, i moderatori, i commentatori controllati dal Partito — il cosiddetto “Esercito dei 50 centesimi” — e altri ancora, impiegati con compiti relativi alle pubbliche relazioni. Si tratta di milioni di persone.
Le nazioni governate da partiti comunisti, senza alcuna eccezione, impiegano grandi quantità di risorse per manipolare i media. Dopo decenni di operazioni svolte in questo settori i regimi comunisti hanno affinato la metodologia per controllare i mezzi di comunicazione: al giorno d’oggi sono degli efficiente portavoce dello Spettro del Comunismo, usati per ingannare e avvelenare la gente.
2. L’infiltrazione comunista nei media occidentali
L’ultimo secolo è stato testimone di un grande scontro: quello tra il mondo libero e il blocco comunista, durante il quale l’ideologia di quest’ultimo si è infiltrata nelle società libere. Infiltrarsi nei mezzi di comunicazione e sovvertire il loro ruolo nei Paesi occidentali è diventato una delle più importanti attività svolte dallo Spettro del Comunismo. Alla luce della straordinaria influenza che la stampa americana esercita in tutto il mondo, questo capitolo si concentra sull’infiltrazione degli agenti del Comunismo nei media degli Stati Uniti.
Dopo che il regime sovietico prese il potere in Russia, tentò di stabilire il proprio controllo sul dibattito pubblico in Occidente, inviando i suoi agenti all’estero affinchè potessero entrare nei media occidentali e potessero attrarre simpatizzanti del Comunismo. Il regime si servì con grande efficacia del lavoro svolto dagli agenti all’estero per elogiare l’Unione Sovietica e nascondere le brutalità del dominio comunista. Questa propaganda ha movimentato un gran numero di occidentali, influenzando persino la politica dei governi in una direzione più favorevole nei confronti dell’Unione Sovietica.
È venuto alla luce che il KGB sovietico aveva suoi agenti piazzati all’interno di prestigiose organizzazioni mediatiche americane. Tra di loro vanno ricordati Whittaker Chambers e John Scott, entrambi impiegati come redattori del New York Times; Richard Lauterbach e Stephen Laird della rivista Time. Queste persone hanno fatto uso del loro ruolo per entrare in contatto con politici, celebrità e capi di Stato; oltre a raccogliere una vasta gamma di informazioni, hanno anche influenzato le decisioni prese ai livelli alti in materia di politica, economia, diplomazia, guerra e altro ancora[9].
Walter Duranty è stato il corrispondente del New York Times a Mosca: scrisse ampiamente sull’Unione Sovietica e vinse il Premio Pulitzer del 1932 per una sua serie di reportage. Jay Lovestone, un ex comunista americano e Joseph Alsop, un famoso giornalista di stanza a Washington, consideravano Duranty una spia al soldo della polizia segreta sovietica[10].
La carestia del 1932-1933 devastò l’Ucraina e altre regioni dell’Unione Sovietica; Duranty ne negò l’esistenza, così come della morte per fame di milioni di persone. Per Duranty «qualsiasi notizia pubblicata sulle carestie nell’Unione Sovietica è un’esagerazione o propaganda in mala fede[11]».
Il libro The Harvest of Sorrow: Soviet Collectivization and the Terror-famine [Il raccolto del dolore: la collettivizzazione sovietica il terrore della carestia] descrive le conseguenze dei reportage disonesti di Duranty. L’autore del libro, Robert Conquest è stato un famoso storico britannico e un autorevole studioso della storia dell’Unione Sovietica. Il suo commento su Duranty appare chiaro: «Trattandosi del più famoso giornalista, che scrive per il più famoso giornale del mondo, [le parole di]di Duranty, che negano la Grande carestia, sono state considerate come verità. Non solo ha ingannato i lettori del New York Times, ma a causa del prestigio del giornale ha anche influenzato le opinioni di innumerevoli persone riguardo Stalin e il regime sovietico. La sua influenza ha indubbiamente condizionato il neoeletto presidente Roosevelt sul suo apprezzamento del regime comunista sovietico[12]».
Anche Hollywood, casa dell’industria cinematografica americana, è stata infiltrata dalle idee comuniste e di Sinistra. Hollywood ha addirittura concesso degli spazi per ospitare una filiale del Partito Comunista: Willi Munzenberg, comunista tedesco e membro del Comintern, una volta negli Stati Uniti iniziò a diffondere i concetti che Lenin aveva stabilito per lo sviluppo e la produzione di film, come strumento di propaganda. Munzenberg riuscì a convincere gli americani a viaggiare in Unione Sovietica per studiare cinematografia, aiutando i giovani a entrare come tirocinante nell’ambiente dello spettacolo; fu lui a fondare la filiale del Partito Comunista a Hollywood.
Passo dopo passo, l’influenza dell’Unione Sovietica ha iniziato a prendere piede: molti registi dell’epoca idolatravano i sovietici e questi sentimenti crebbero soprattutto durante la Seconda guerra mondiale, quando gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica furono, per un breve periodo, alleati contro la Germania nazista. Un famoso drammaturgo affermò che l’invasione tedesca dell’Unione Sovietica dovesse essere considerato «un attacco alla nostra patria[13]». Con il film Missione a Mosca (1943) il messaggio che venne passato al pubblico era semplice: «Non c’è alcuna differenza fondamentale tra l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti tradizionali[14]».
Oltre all’Unione Sovietica anche il regime comunista cinese ha tratto grande beneficio dai media e dai giornalisti di Sinistra in occidente. Tra di loro spiccano i giornalisti americani Edgar Snow, Agnes Smedley e Anna Louise Strong. La Stella Rossa sulla Cina di Edgar Snow è un ritratto accattivante di Mao Zedong e di altri alti dirigenti del Partito Comunista Cinese, nascondendo i loro crimini e la natura malvagia del Comunismo ai lettori occidentali. Mao disse al riguardo: «Snow è la prima persona ad aprire la strada alle relazioni necessarie per stabilire un fronte unito[15]».
Agnes Smedley scrisse molti articoli e libri che abbelliscono e fanno risplendere il PCC e la sua leadership. Nel corso degli anni dagli archivi sovietici sono usciti documenti che suggeriscono come la donna fosse stata un agente del Comintern, al lavoro per promuovere la rivoluzione armata in India e raccogliere informazioni per conto dei sovietici[16]. Anna Louise Strong era un’ammiratrice del movimento comunista cinese. Il PCC ha riconosciuto ufficialmente il ruolo svolto dai tre cittadini americani, emettendo francobolli in onore di un cosiddetto “servizio meritorio”.
3. L’influenza della Sinistra tra i professionisti dell’informazione
La maggior parte degli americani sono scettici riguardo all’accuratezza delle notizie riportate. Alcuni sondaggi ci dicono che per il 47% delle persone i media abbiano un’ideologia liberale, mentre solo il 17% pensa che abbiano una disposizione conservatrice[17]. Una domanda, quindi, sorge spontanea: essendo il mondo delle notizie un ambiente così competitivo, come è possibile che queste visioni di parte siano così diffuse?
Sebbene i giornalisti e i redattori abbiano le proprie opinioni politiche e sociali, queste non dovrebbero riflettersi nei loro articoli, poiché la soggettività e la neutralità sono principi cardine dell’etica del giornalismo e le notizie non dovrebbero essere “colorate” dall’opinione personale. Secondo i normali principi del mercato, quando esiste una situazione di diffuso dovrebbe essere compensata dall’emergere di nuovi concorrenti, più neutrali.
La realtà però è più complicata. Il politologo americano Tim Groseclose ha pubblicato un libro nel 2012: Left Turn: How Liberal Media Bias Distorts the American Mind [Girare a sinistra: come i pregiudizi dei media liberal hanno distorto il pensiero americano]. Groseclose ha utilizzato metodi scientifici per analizzare scrupolosamente le tendenze politiche dei principali media americani. Le sue ricerche rivelano che in genere sussistono influenze politiche tendenti al Liberalismo e al Progressismo, influenze che non combaciano con l’elettore medio. La stampa “mainstream” viene considerato ancora più lontana dalla visione del mondo dell’elettore medio, rispetto alla media complessiva di tutti i giornali pubblicati negli USA[18].
Il libro espone come la maggior parte dei professionisti che lavorano nel campo dell’informazione abbiano tendenze liberali, la qual cosa mette sotto pressione i tradizionalisti. Secondo Groseclose, il piccolo numero di conservatori che lavorano nelle società dei media liberali vengono considerati «un po’ malvagi o subdoli» e anche se non sono a rischio di perdere il lavoro, non osano parlare pubblicamente delle loro opinioni politiche, né tanto meno promuovere i punti di vista conservatori, né sulla carta stampata, né in televisione[19]».
Questa tendenza di Sinistra scoraggia gli studenti con una visione tradizionale dallo studiare giornalismo all’università, o dal cercare un lavoro nel campo dell’informazione dopo la laurea. La comunità dei professionisti esclude coloro che hanno punti di vista che non si allineano con i propri pregiudizi liberali. Coloro che ne fanno parte si considerano una élite benevola e intelligente, in prima linea per lo sviluppo della società, mentre guardano ai comuni cittadini come se fossero plebei ottusi e non all’altezza della situazione.
Tuttavia i media mainstream non necessariamente rappresentano l’opinione pubblica: un sondaggio di Gallup del 2016 ci dice che il 36% dei cittadini americani siano conservatori, mentre i liberali poco al di sopra del 25%[20]. Se i media riflettessero le opinioni della maggioranza dei cittadini americani, non sarebbero certo adagiati su posizioni di Sinistra.
Evidentemente questa inclinazione ideologica non è il risultato del tenere conto della situazione nella società, ma piuttosto è frutto di un’agenda politica, implementata per deviare l’opinione di un’intera nazione: gli americani, nel complesso, stanno cambiando le loro opinioni e diventando sempre più liberali e progressisti. Il divario tra conservatori e liberali nel 1996 era del 22%; nel 2014 del 14%, e nel 2016 dell’11% e anche se i conservatori sono rimasti stabili, molti di coloro che erano nel mezzo sono stati portati a sinistra. I media mainstream hanno un ruolo innegabile in questa trasformazione che di fatto supporta la loro ideologia.
Anche le affiliazioni ai partiti sono da tenere d’occhio. Premettendo che negli Stati Uniti i democratici sono associati alla Sinistra, mentre i repubblicani tendono alla Destra, secondo un sondaggio del 2014 del Washington Post il 28,1% del personale dei media negli Stati Uniti risultava democratico rispetto a solo il 7,1% che si dichiarava repubblicano[21].
La maggior parte delle persone che lavorano nei principali giornali e televisioni sono di Sinistra, siano essi i proprietari di queste organizzazioni o giornalisti o presentatori. Il loro pregiudizio è ovvio: durante la campagna elettorale per la presidenza USA del 2016, cinquantasette dei cento più grandi giornali della nazione — messi assieme stampano circa tredici milioni di giornali — sostenevano apertamente il candidato democratico, mentre solo due dei primi cento erano repubblicani, in tutto stampano solo trecentomila copie[22].
Perché i media sono così tanto di Sinistra? Negli anni ’60, gli Stati Uniti furono pesantemente influenzati dall’ideologia comunista, a causa dei movimenti radicali di sinistra che presero d’assalto il Paese. Gli studenti estremisti di quel periodo sono più tardi entrati nei media, nella comunità accademica, nell’alta società, nelle agenzie governative e nel mondo dell’arte, non solo portando e diffondendo l’ideologia dello Spettro del Comunismo, ma soprattutto stabilendo un controllo diretto sull’opinione pubblica.
Come abbiamo visto nel capitolo dodici, la maggior parte dei professori universitari sono di Sinistra. Nelle facoltà di giornalismo e letteratura l’ideologia di Sinistra abbonda: generazioni di laureati ne sono stati influenzati. Un altro punto da considerare è che buona parte di chi lavora nei mezzi di informazione non riceve stipendi alti, di conseguenza fa affidamento alle proprie opinioni politiche per poter lavorare e guadagnare. Questi elementi sono stati utilizzati per trasformare i media in una base operativa gestita dalla Sinistra.
Anche l’industria cinematografica è sotto assedio, Hollywood è diventato un avamposto per la propaganda della Sinistra. I produttori ideologicamente schierati promuovono le ideologie della Sinistra: le tecniche per redigere una sceneggiatura e per effettuare le riprese vengono utilizzate per amplificare il loro messaggio e hanno raggiunto il mondo intero. Il tema principale dei film di Hollywood sembra essere diventato come enfatizzare il conflitto di classe e mettere in cattiva luce il Capitalismo, allo stesso tempo i film elogiano comportamenti immorali o sentimenti anti-americani.
Ben Shapiro, un autore di stampo conservatore, ha intervistato molte stelle del cinema e produttori di Hollywood come materiale di riferimento per un libro che ha intitolato: Primetime Propaganda: The True Hollywood Story of How the Left Took Over Your TV [Propaganda in prima serata: la vera storia di Hollywood e di come la Sinistra ha conquistato la TV]. Shapiro descrive il suo incontro con un famoso produttore, di come per quest’ultimo il liberalismo domini il settore del cinema, aggiungendo che chiunque neghi tale situazione stia scherzando o non possa dire la verità. Alla domanda di se l’avere un diverso punto di vista politico avrebbe potuto ostacolare la carriera di un professionista nell’industria cinematografica, la risposta del produttore è stata: «Certamente[23]».
Un altro produttore ha ammesso apertamente che Hollywood abbia veicolato varie idee politiche liberali mediante i suoi prodotti cinematografici. «In questo momento c’è una sola prospettiva, che è quella progressista» Un esempio viene da una serie televisiva sul crimine, dove è stato ammesso che i bianchi sono stati intenzionalmente raffigurati nei panni dei criminali più neri, con l’obiettivo di «non volevamo contribuire a diffondere stereotipi negativi[24]».
Shapiro sostiene che il nepotismo presente a Hollywood sia di matrice ideologica piuttosto che basato su legami familiari: si viene scritturati e assunti da amici con le stesse idee politiche. La schiettezza con cui viene ammesso di discriminare le persone con una visione conservatrice appare scioccante: coloro che parlano di essere rispettosi delle diversità non dimostrano molta tolleranza, quando si tratta di rispettare differenti punti di vista ideologici dai loro[25].
4. Come il Liberalismo e il Progressismo hanno conquistato i media
Walter Williams è stato un pioniere nell’educazione al giornalismo e il fondatore della prima facoltà di giornalismo al mondo, presso l’Università del Missouri. Il suo Journalist’s creed [Il Credo del giornalista] è un documento scritto nel 1914, da considerarsi una personale proclamazione dell’etica giornalistica: il giornalismo deve essere considerata una professione indipendente, che rispetta Dio e onora l’umanità. Per Williams i giornalisti non dovrebbero essere orgogliosi della propria opinione e dovrebbero mantenersi a distanza dal potere; dovrebbero prestare attenzione ai dettagli ed essere in grado di esercitare autocontrollo e pazienza, avere coraggio e rispettare sempre i propri lettori[26]. Dopo il 1960, tuttavia, il Progressismo ha preso sempre più piede anche nel settore dell’informazione: l’attivismo ideologico ha sostituito l’obiettività mentre il Liberalismo e il Progressismo hanno preso il posto l’imparzialità.
Nel libro The media elite [L’elite dei mezzi di comunicazione], l’autore Samuel Robert Lichter scrive della tendenza dei giornalisti ad aggiungere opinioni personali nel proprio lavoro — e a basarsi sulle conoscenze acquisiti durante gli anni universitari — specialmente quando si tratta di inchieste su questioni controverse. Per Lichter la maggior parte delle persone che lavora nelle redazioni sono di orientamento liberal, il che va a vantaggio delle politiche della Sinistra[27].
Nella sua ricerca sull’evoluzione del giornalismo americano in duecento anni, Jim A. Kuypers ha concluso che i media mainstream di oggi abbiano un forte orientamento progressisti sia nella loro organizzazione aziendale che nel modo in cui portano avanti il loro lavoro giornalistico. Kuypers riprende la dichiarazione di un redattore liberale, che scrive per un importante giornale americano: “Troppo spesso sventoliamo la bandiera del Liberalismo. Non tolleriamo altri stili di vita e punti di vista, non esitiamo a dire che se vuoi lavorare qui, devi essere uguale a noi, devi essere liberale e progressista[28]».
In un altro libro Kuypers descrive come i media mainstream siano fortemente inclini ai dettami del Liberalismo, quando si tratta di pubblicare argomenti come il razzismo, la riforma dell’assistenza sociale, la protezione ambientale, il controllo delle armi e così via[29].
I media di Sinistra hanno stabilito il proprio predominio nell’ecosistema della politica americana; così facendo hanno spinto il loro programma per coprire le notizie. In un articolo di cronaca del Wall Street Journal nel 2001, l’ex reporter della CBS Bernard Goldberg ha scritto: «I presentatori dei notiziari televisivi erano talmente di parte da ‘non sapere nemmeno cosa voglia dire avere dei pregiudizi liberali'[30]».
Nei Paesi occidentali, la maggior parte delle persone che fanno parte di un ceto sociale alto non hanno dubbi sulla veridicità delle notizie prodotte e trasmesse dai media mainstream. Molti danno per scontato che le gli articoli vengano scritti in maniera obiettiva e completa, che ciò che viene citato faccia parte di una analisi rigorosa, condotta da esperti e basata su informazioni provenienti da fonti affidabili. Quello che succede è che i mezzi di informazione che tendono a Sinistra, per quanto importanti possano essere, sfruttano la fiducia dei lettori per trasmettere loro la propria ideologia.
Le notizie false dilagano al giorno d’oggi: è un fenomeno da considerarsi insolito. Tradizionalmente le società libere in Occidente danno molta importanza alla presenza di mezzi di informazione obiettivi, equi e che pubblichino fatti reali. È questo il motivo per il quale i media che tendono a Sinistra non diffondono notizie false in modo diretto: i metodi che utilizzano per ingannare il pubblico sono più subdoli ed elaborati, come descritto di seguito.
1. Copertura selettiva. Ogni giorno, decine di migliaia di eventi importanti accadono in tutto il mondo. Ci sono però quelli che ricevono attenzione e quelli destinati a svanire silenziosamente: la linea divisoria è creata — quasi completamente — da ciò che i media scelgono di coprire.
I mezzi di informazione contemporanei hanno un grande potere nelle loro mani. A causa della considerevole influenza della Sinistra nelle organizzazioni professionali e tra i singoli giornalisti, molte idee progressiste come la cosiddetta “giustizia sociale”, l’uguaglianza e il Femminismo sono diventate mainstream e accettate dalla società, mentre i crimini del Comunismo vengono di fatto censurati, o minimizzati. Newt Gingrich, ex presidente della Camera dei rappresentanti USA a fine anni ‘90, ha commentato questa situazione: «La Sinistra presente nelle università, nei mezzi di informazione e gli accoliti di Hollywood si rifiutano di confrontarsi con gli orribili fatti che circondano l’infinita disumanità del Marxismo[31]».
La copertura selettiva può avvenire in tre modi diversi, o presentarli allo stesso tempo: uno è che gli eventi vengono selezionati unicamente — o principalmente — per la loro utilità nello spingere il lettore ad accettare la posizione ideologica della Sinistra; un altro è che l’evento non viene collocato all’interno del suo contesto, per poterlo spiegare esaustivamente, bensì vengono descritti solo gli aspetti che supportano il punto di vista della Sinistra; il terzo è che i media tendono a dare maggiore risalto a coloro che hanno dimostrato di condividere l’ideologia di Sinistra, o le cui dichiarazioni sono sono in linea con essa, mentre gli altri vengono messi ai margini a tagliati fuori.
In un articolo del 2005, intitolato A Measure of Media Bias [Una valutazione dei pregiudizi dei media], Tim Groseclose scrive: «Per ogni errore nell’assegnare una notizia da seguire… riteniamo che ci siano centinaia, forse migliaia, di peccati di omissione; casi in cui il giornalista ha scelto fatti o storie nei quali solo un lato del mondo politico probabilmente verrà citato[32]».
2. L’influenza tramite l’“Agenda setting”. Negli anni ’60, i ricercatori accademici che si occupavano di monitorare il lavoro dei media elaborarono una teoria sull’influenza delle decisioni dei media nel selezionare le notizie. La teoria, chiamata “Agenda setting”, viene riassunta chiaramente da Bernard Cohn, un antropologista: «[La stampa] potrebbe non avere successo nel dire alla gente cosa pensare, ma è straordinariamente efficace nel dire ai suoi lettori a cosa pensare[33]». Vale a dire: la stampa può determinare l’importanza degli eventi in base al numero di articoli e a come vengono seguiti, mentre questioni che sarebbero da considerare ugualmente o più importanti, possono essere trattate in modo sommario o del tutto ignorate.
La questione dei diritti dei transgender, sebbene riguardi una piccolissima porzione della popolazione, è considerata un importante argomento di discussione negli Stati Uniti: è un esempio di come l’influenza dei media abbia un effetto tramite l’Agenda setting. Un altro esempio è tutto quello che ruota attorno al riscaldamento globale, ormai entrato nel dibattito pubblico, con i media che spingono prevalentemente le posizioni della Sinistra.
3. La percezione selettiva del “Framing”. Ci sono un gran numero di eventi che sono troppo importanti per essere ignorati: in questo caso i media usano il metodo del “Framing” per inquadrare la narrativa di tali eventi. Il movimento per la liberalizzazione del sesso e il benessere nazionale degli anni ’60 hanno portato alla disintegrazione della famiglia, all’aggravamento della povertà e all’aumento del crimine, tuttavia la Sinistra usa i media e Hollywood per veicolare l’immagine della madre single come di una donna forte e indipendente, nascondendo allo stesso tempo i reali problemi sociali alla base di questo fenomeno. Per i critici della “supremazia bianca” la condizione di povertà e di basso livello sociale di alcune minoranze etniche sono dovute alla discriminazione.
Il Framing porta il pubblico a percepire certi argomenti in maniera selettiva: è una tecnica che viene usata principalmente quando la storia personale di un individuo coinvolto riassume gli eventi dell’argomento. In un articolo obiettivo il giornalista dovrebbe riassumere i fatti e con creare una storia con quelli. Dato che i giornalisti e i redattori possono portare con sé opinioni e pregiudizi, gli articoli pubblicati verranno modellati per adattare i fatti alla storia personale, la quale convalida i loro pregiudizi.
4. Usare il “politicamente corretto” per giustificare l’autocensura. Il politicamente corretto è diffuso nei mezzi di comunicazione e ne influenza le operazioni. Si può trovare nella linea editoriale e nelle linee guida sulla correttezza politica: ciò su cui si può o non si può scrivere e come possa essere descritto. A causa delle leggi sui cosiddetti “reati di odio”, presenti in alcuni Paesi europei, molti media locali non osano denunciare i crimini commessi da immigrati irregolari, anche i livelli di delinquenza sono diventati un grave problema sociale e costituiscono uno minaccia per la sicurezza. Anche i mezzi di comunicazione americani si autocensurano, quando si tratta di denunciare crimini simili, e spesso omettono di citare lo status di immigrato illegale del colpevole.
5. Etichettare le fonti come conservative per neutralizzare la loro influenza. Per creare l’impressione di articoli equilibrati, i media liberali non hanno altra scelta che riportare le opinioni dei conservatori o di organizzazioni simili. Usano però etichette come “conservatore”, “di Destra” o “Destra religiosa”, quando citano queste fonti. Lo scopo è quello di sottolineare implicitamente che le opinioni di tali fonti non siano affidabili e che vi sia un pregiudizio di fondo, per il semplice fatto che sono conservatori. Quando citano i liberali o organizzazioni di Sinistra, i media di solito usano titoli neutrali, come “ricercatore” o “esperto”, suggerendo che queste opinioni siano imparziali, obiettive, razionali e affidabili.
6. Creare e usare un vocabolario del politicamente corretto. I media occidentali, insieme ai gruppi politici e al mondo accademico di Sinistra, hanno creato un vasto vocabolario, all’interno del quale si trovano i termini che formano il linguaggio del politicamente corretto. È stato e viene usato così frequentemente dai media che si è ormai profondamente radicato, influenzando il pubblico a livello subliminale.
Una volta che i media convalidano un’opinione di Sinistra, questa si manifesta in tutti gli aspetti della società. Un articolo dell’ottobre 2008 del New York Times intitolato Liberal Views Dominate Footlights [I punti di vista liberali dominano le luci della ribalta] inizia così: «Durante questa stagione elettorale, i teatri di New York hanno in programma una decina di spettacoli politici, sull’Iraq, la corruzione di Washington, il femminismo o l’immigrazione; quello che gli spettatori non vedranno sono visione conservativa[34]».
I colori politici dei media sono visibili anche nel modo in cui pubblicano notizie delle elezioni: i candidati liberali sono segnalati positivamente, mentre i candidati che sposano le opinioni tradizionali ricevono più critiche. Gli articoli e le analisi degli “esperti” hanno una grande influenza sugli elettori: Groseclose ha scoperto che il 93% dei giornalisti presenti a Washington DC, ha votato per i democratici — solo il 7% ha votato per i repubblicani — un qualcosa che secodno Groseclose aiuta a spingere i candidati democratici, che accumulano circa 8-10 punti percentuali ad ogni tornata elettorale. Se queste cifre corrispondono alla realtà e questo pregiudizio mediatico non esistesse, Barack Obama avrebbe perso davanti a John McCain con il 42% dei voti davanti al 56%; invece di vincere 53 a 46[35].
5. L’industria cinematografica: Avanguardia contro tradizione
Hollywood ha un’enorme influenza in tutto il mondo. Sebbene i film americani rappresentino meno del 10% delle pellicole prodotte a livello mondiale, i film di Hollywood costituiscono il 70% dei film proiettati nei cinema del mondo. Non si può quindi negare che i film di Hollywood stiano dominando l’industria cinematografica internazionale[36]. In quanto simbolo internazionale della cultura americana, il sistema di Hollywood è stato utilizzato in passato per trasmettere ed amplificare i valori americani in tutto il mondo; al giorno però però è diventato uno strumento per trasmettere all’umanità valori distorti e anti-tradizionali.
È difficile, per la maggior parte degli americani, pensare che le famiglie negli anni ’30 e ’40 non dovessero preoccuparsi dell’influenza negativa dei film sui bambini. L’industria cinematografica in quel periodo seguiva infatti rigorose regole morali.
Nel 1934, con il forte sostegno delle chiese, l’industria cinematografica introdusse delle linee guida per indirizzare la produzione dei film: il documento venne chiamato Code to Govern the Making of Talking, Synchronized and Silent Motion Pictures [Codice per governare la creazione di dialoghi e immagini nei film]. Noto anche come Codice Hays, aveva tre principi alla sua base. Il primo principio richiedeva alle storie presentate sullo schermo di non abbassare gli standard morali del pubblico: argomenti come il crimine, le ingiustizie, il male o il peccato non dovevano essere proposte in modo tale da far scaturire simpatia nel pubblico. Riguardo al sesso il Codice Hays richiedeva di sostenere la santità della famiglia e del matrimonio: i film non avrebbero dovuto suggerire che forme sessuali perverse fossero accettabili. L’adulterio, anche se necessario come materiale per la trama, non avrebbe dovuto essere giustificato, rappresentato in modo attraente o trattato in modo esplicito.
Dagli anni ’50 in poi, tuttavia, lo sdoganamento del sesso ha causato uno shock culturale e morale. La diffusione della televisione nelle case americane ha portato un’enorme pressione tra le aziende presenti sul mercato e inasprito la rivalità tra i produttori cinematografici. Hollywood ha ignorato sempre più il Codice Hays, l’autodisciplina richieste è stata progressivamente abbandonata. Ad esempio, il fim Lolita del 1962, tratto dall’omonimo romanzo, raffigurava la relazione adultera tra un uomo e la sua figliastra minorenne.
Lolita ha vinto un Oscar e un Golden Globe, e anche se il film ha ricevuto recensioni sia negative che positive all’epoca, oggi ha un 93% di gradimento (su 41 recensioni) su Rotten Tomatoes, sito web che aggrega recensioni di film e serie TV. Questo è un perfetto esempio del grande cambiamento nella moralità sociale che si è verificato nei decenni passati. I movimenti della Controcultura apparsi alla fine degli anni ’60 segnarono il collasso degli standard morali e dell’ordine tradizionale, presenti nelle produzioni di Hollywood. Diversi film, che poi sono diventate icone culturali, propongono tematiche legate alla ribellione e alla malvagità, una tendenza in crescita nell’industria cinematografica americana.
Come affermato più volte in questo libro, una tattica chiave dello Spettro del Comunismo è quella di irradiare un comportamento criminale con una luce che appaia nobile o retta. Bonnie e Clyde è un film poliziesco del 1967, basato sulla storia vera di una coppia di rapinatori durante la Grande depressione degli anni ‘30. In quel periodo molte famiglie non avevano un tetto sulla testa, dopo che le loro case erano state pignorate dalle banche. I protagonisti del film vengono raffigurati come portatori di una retta rabbia e come difensori dei deboli davanti a un’ingiustizia, giustificando rapine in banca e omicidi.
È uno dei primi film a mostrare chiare scene di violenza, addolcendo il tutto con una narrativa della giustizia in stile Robin Hood: la coppia criminale, raffigurata da un bell’uomo e una bella donna, erano posizionati dalla parte del bene. I poliziotti, invece, erano scagnozzi incompetenti piuttosto che protettori della legge e dell’ordine. Nel finale, la morte di Bonnie e Clyde, vittime di un attacco della polizia, ebbe un profondo impatto sul pubblico adolescenziale: i due furono beatificati come martiri, sacrificati per una nobile causa.
Il crimine e la violenza rappresentati nel film scioccarono la società americana, ma ebbero una grande risonanza tra gli studenti. L’attore e l’attrice protagonisti apparvero sulla copertina della rivista Time; i giovani iniziarono a copiare il loro stile di abbigliamento, le loro frasi e il disprezzo per la tradizione, fino a cercare di emularli nel modo di morire[37.] Un leader radicale di un’organizzazione studentesca scrisse un articolo che paragonava Bonnie e Clyde a presunti eroi come il capo della guerriglia cubana Che Guevara e Nguyễn Văn Trỗi, un terrorista vietcong[38]. Un’organizzazione studentesca radicale dichiarò: «noi non siamo potenziali Bonnie e Clyde, noi siamo Bonnie e Clyde[39]».
A parte elogiare e abbellire atti criminali, Bonnie e Clyde è caratterizzato da un livello senza precedenti di violenza e di atti sessuali, tuttavia, la pellicola si guadagnò l’applauso della critica e ricevette 10 candidature agli Oscar, portando a casa due statuette. Era chiaro come Hollywood avesse deviato dai suoi principi tradizionali.
Il laureato, uscito nelle sale alla fine del 1967, rifletteva l’ansia interiore e i conflitti degli studenti universitari di quel periodo. Il film descrive un neo laureato, davanti al crocevia della vita. I valori tradizionali della generazione di suo padre vennero presentati come noiosi e ipocriti. Invece di entrare nella società americana tradizionale, accetta le avance di una donna, sposata e più anziana di lui, per poi innamorarsi di sua figlia, che scopre la relazione tra lui e la madre. Al matrimonio della figlia, in sposa a un altro uomo, il protagonista entra in chiesa, e i due scappano felici con l’altare alle spalle. Il laureato è caratterizzato da un guazzabuglio di ribellione adolescenziale, libido sessuale incontrollata, incesto e altri temi che riflettono l’ambiente confuso e anti-tradizionale della gioventù ribelle di quel tempo. Il film ebbe un successo fenomenale al botteghino, che andò avanti anche negli anni successivi. Con sette nomination all’Oscar e una vittoria,Il laureato ottenne riconoscimenti positivi in tutta Hollywood.
Film come Bonnie e Clyde e Il laureato hanno dato il via all’era della cosiddetta “New Hollywood”. Alla fine del 1968, il Codice Hays fu sostituito dal moderno sistema di classificazione dei film: qualsiasi tipo di argomento poteva essere presente in un film, fintanto che la pellicola avesse ricevuto uno specifico visto relativo al contenuto presente e all’età per guardarlo. Ciò ha allentato considerevolmente l’autodisciplina morale dell’industria dello spettacolo, offuscando gli standard relativi a quello che è giusto e sbagliato. In questo modo è stata separata la moralità dai prodotti dell’intrattenimento, lasciando la porta aperta alla diffusione di contenuti malvagi.
L’intrattenimento degenerato ha attratto il pubblico con stimoli eccitanti e di basso livello, facilmente reperibili. Nel frattempo, i produttori hanno ceduto all’avidità, mentre sguazzavano nei prodigiosi profitti che accumulavano. Il film è un mezzo speciale; ha il potere di creare atmosfere irresistibili e personalità realistiche, così da portare al pubblico il punto di vista del regista. I film di successo possono immergere il pubblico nel mondo cinematografico fino al punto che niente può richiamarli alla realtà. Svolgono un ruolo enorme nel plasmare i sentimenti e la visione del mondo, e nelle mani di chi ha cattive intenzioni conducono le persone ad allontanarsi dalla tradizione.
Un famoso produttore cinematografico ha detto: «I documentari convertono i già convertiti. I film di fiction convertono quelli ancora non convertiti[40]». In altre parole, i documentari rafforzano i valori che gli spettatori già possiedono, mentre i film di fiction utilizzano storie affascinanti per inculcare nel pubblico inconsapevole una nuova serie di valori. Il produttore e il protagonista maschile di Bonnie e Clyde è un aperto sostenitore del socialismo: il film del 1981 Reds, un dramma storico su un giornalista e attivista socialista, gli è valso un premio Oscar. Al culmine della Guerra Fredda Reds cambiò lo stereotipo del comunista radicale, per farlo diventare una persona accomodante e amichevole[41].
In un altro dei suoi film da regista nominati all’Oscar, Bulworth, viene presentato un candidato socialista alla presidenza americana. Attraverso la sua interpretazione, il pubblico ha ricevuto l’idea che la classe di appartenenza è il punto centrale della politica americana[42] Molti incoraggiarono il regista a candidarsi come presidente degli Stati Uniti.
Molti film hanno avuto un impatto immediato. Nel finale di Bonnie e Clyde, durante la prima, vennero urlati insulti contro la polizia[43]. Dopo l’introduzione del sistema di classificazione, il primo film con etichetta “R” [restricted, vietato ai minori di 17 anni non accompagnati NdT] fu Easy Rider, che ebbe un successo immediato e contribuì alla popolarità dell’abuso di droghe. Il film segue le avventure di due motociclisti hippy e spacciatori di cocaina, che si dedicano alla musica rock, alle droghe allucinogine, e a frequentare i bordelli. Durante la produzione del film sono state usate droghe reali. Il loro stile di vita antisociale, lontano dai valori convenzionali, divenne il sogno di numerosi giovani e trasformò la droga in un simbolo del movimento della Controcultura. Il regista ha persino ammesso: «Il problema della cocaina negli Stati Uniti è davvero colpa mia. Nelle strade non c’era cocaina prima di Easy Rider; dopo era ovunque[44]».
Dall’introduzione del sistema di classificazione dei film, Hollywood ha iniziato a produrre film che gettano una luce positiva su comportamenti degenerati, come la promiscuità sessuale, la violenza, le droghe illecite e il crimine organizzato. Una ricerca ha mostrato che i film con classificazione “R” costituivano fino al 58% dei film distribuiti tra il 1968 e il 2005[45].
Lo studioso americano Victor B. Cline, analizzando 37 film proiettati a Salt Lake City negli anni ’70, scoprì che il 58% dei film rappresentava atti disonesti sotto una luce eroica o perlomeno giustificava il protagonista, a causa delle circostanze; nel 38% dei film le attività criminali erano viste come qualcosa che “alla fine paga” o come un passatempo emozionante e senza conseguenze negative. Nel 59% dei film i protagonisti maschili avevano ucciso una o più persone, mentre il 72% delle protagoniste femminili erano sessualmente promiscue. Solo uno dei film presi in considerazione da Cline suggeriva normali relazioni sessuali tra un uomo e una donna, legalmente sposati l’uno con l’altra. Solo nel 22% dei film uno dei protagonisti era sposato e aveva un matrimonio soddisfacente[46].
Una risposta tipica alle critiche mosse contro la presenza di atti violenti e sessuali nei film è che tali cose esistono nella vita reale: i film riflettono semplicemente la natura della realtà, senza avere un impatto negativo. Ma da quanto riportato sopra si evince che ciò non sia vero. Oltre a questo, numerosi film prodotti dalla Hollywood di Sinistra riflettono tale ideologia e hanno cambiato i valori presenti nella società. Secondo Michael Medved, critico cinematografico ed ex sceneggiatore di Hollywood, i rivoluzionari socialisti di mentalità liberale presenti a Hollywood riescono a plasmare la società a piacimento: attaccano la legittimità della famiglia, promuovono la perversione sessuale e glorificano la bruttezza[47].
Altri sostengono che la profusione di contenuti moralmente degenerati, nell’industria cinematografica, sia semplicemente un effetto delle forze del mercato. Tuttavia, qualunque sia il motivo, i risultati prodotti hanno effetti spaventosi. La velocità e la potenza con cui l’industria cinematografica è stata utilizzata per abbattere la moralità della società sono sorprendenti. Alcuni film celebrano entità bestiali o mostri; altri raffigurano umani che si trasformano in animali o persino atti sessuali con animali. Tutto questo viene approvate e applaudito dalla corrente principale di Hollywood; è il riflesso di come lo Spettro del Comunismo abbia messo il mondo sotto il suo dominio: l’Umanità è arrivata ad accettare i mostri.
Questi film, che vanno contro la tradizione, danno l’impressione di indagare su dei problemi sociali che appaiono complessi ma sono solo superficiali. Si tratta di una serie di giustificazioni per creare un ambiente — stimolante e complesso — nel quale immergere il pubblico. L’atmosfera di certi film è studiata appositamente affinchè il pubblico sia portato a vedere gli standard morali come qualcosa di circostanziale. Le cattive azioni che la società disapprova possono sempre essere in qualche modo razionalizzate, trattate in modo comprensivo o persino fatte apparire positive. I messaggi finale, impiantati nel cervello del pubblico, è che non c’è una chiara divisione tra il bene e il male, che le tradizioni sono noiose e soppressive, e che la moralità è relativa.
6. Televisione: corruzione morale in ogni casa
La televisione è diventata una parte onnipresente della vita di tutti i giorni. Guardare frequentemente la televisione cambia la visione del mondo delle persone, senza che uno possa accorgersene: una indagine condotta dal Media Research Center negli Stati Uniti ha dimostrato questa tesi. Più le persone guardano la televisione, meno sono legate a virtù tradizionali come l’onestà, l’affidabilità e l’equità, e più il loro atteggiamento tende ad essere tollerante nei confronti di questioni legate alla moralità sessuale come il sesso al di fuori del matrimonio, l’aborto e l’omosessualità[48].
Nell’indagine si prende in considerazione due gruppi di telespettatori, tra coloro che credono in Dio: quelli che guardano molta televisione e quelli che sono spettatori occasionali. Tra le domande presenti una chiedeva di scegliere tra «Le persone dovrebbero sempre vivere secondo gli insegnamenti ed i principi di Dio in tutte le circostanze» o «Le persone dovrebbero combinare i propri valori personali con i codici morali di Dio»; coloro che guardano più televisione tendono a scegliere la seconda opzione.
Da queste cifre, si può concludere in generale che la televisione predispone le persone al relativismo morale. La televisione è parte integrante della vita quotidiana dagli anni ’50. Non solo le serie televisive e i film ottengono un effetto simile nel plasmare i valori delle persone, ma talk show, sitcom e persino i documentari inculcano nel pubblico ogni sorta di idee distorte; è un processo che va avanti in maniera poco apparente ma costante, giorno dopo giorno.
Prendiamo i talk show per esempio. Gli studi televisivi tendono ad invitare ospiti le cui opinioni o comportamenti contraddicono i valori tradizionali o le cui vite sono piene di conflitti familiari o di comportamenti inappropriati ; i cosidetti “esperti” discutono questioni controverse sulla moralità. Gli ospiti sono indotti “ad avere coraggio” e a rivelare i loro problemi intimi o gli aspetti complicati della loro sfera personale. L’ospite, gli esperti o il pubblico esprimono liberamente diverse “opzioni” per risolvere tali problemi. Per garantire la popolarità del programma di solito non viene emesso alcun giudizio morale. In questo modo molti programmi diventano uno spazio per mettere in piazza comportamenti e prospettive degenerate. Gradualmente le persone sono arrivate ad essere d’accordo su un fatto: i valori morali universali, che un tempo erano considerati intoccabili, possono essere accantonati in circostanze speciali. Il risultato è che viene di fatto negata l’esistenza stessa di principi considerati universali.
Molti programmi televisivi, che vanno in onda in prima serata, sono pieni di contenuti spregevoli e sgradevoli, fino al punto da essere difficili da guardare. Alcuni presentatori televisivi, sia uomini che donne, sono orgogliosi di usare parole volgari e offensive. Un buon numero di programmi svolge la funzione di indottrinare le persone ai gusti volgari e ai contenuti propri della Controcultura e contro la tradizione; l’intrattenimento viene utilizzato come una chiave per aprire la mente del pubblico che si trova in uno stato di rilassamento. Col passare del tempo, non solo le persone non si sentono affatto allarmate da quello che passa in TV, ma arrivano persino ad apprezzare questo tipo di contenuti: il loro pensiero morale ne esce danneggiato in maniera seria.
Le sitcom sono utilizzate per normalizzare i valori e i comportamenti deviati, che in realtà si manifestano raramente nella vita quotidiana, trasmettendoli ripetutamente in televisione.
Ben Shapiro ha usato come esempio una scena della sitcom Friends. Carol è l’ex moglie di Ross, diventata lesbica, e sta aspettando il suo bambino. Ross è comprensibilmente preoccupato che suo figlio crescerà in una famiglia di lesbiche. Una delle protagoniste, Phoebe, parla con Ross: «Quando ero piccola prima mio padre se ne è andato, poi mia madre è morta e il mio patrigno è stato arrestato. Da quel poco che ho avuto non ci ho fatto neanche un genitore. Invece questo piccolo avrà ben tre genitori, sono così preoccupati che stanno litigando per chi gli vorrà più bene. E non è ancora nato. È il bambino più fortunato del mondo».
Ross si sente immediatamente sollevato. Shapiro descrive che l’episodio è stato scritto per far passare il messaggio che «le lesbiche incinte e le famiglie con tre genitori, non solo sono una cosa normale, ma qualcosa da elogiare[49]».
La medicina moderna ha scoperto che nel cervello umano si possono manifestare cinque diversi tipi di onde cerebrali. Due tra queste si manifestano maggiormente durante lo stato di veglia: le onde alfa (α) e le onde beta (β). Quando le persone sono impegnate in qualche attività, le loro onde cerebrali dominanti sono le onde β. Esse mostrano una maggiore capacità di analisi e tendono ad usare il pensiero logico. Durante un confronto verbale prevalentemente si manifestano le onde cerebrali β. In altre parole lo stato nel quale le onde β sono dominanti tendono a rendere le persone più vigili e meno soggette a credere a qualunque cosa venga loro proposta. Tuttavia, quando le persone sono rilassate e le onde α sono prominenti, le emozioni prendono il comando e la capacità analitica di una persona si indebolisce. Quando le persone guardano la televisione, non sono in uno stato nel quale riescono a pensare seriamente, ma sono invece rilassate e influenzabili. In tali circostanze, gli spettatori tendono ad essere persuase, in modo subliminale, dalle tematiche e dalle opinioni rappresentate nel programma televisivo.
Ricerche effettuate nel campo televisivo mostrano che in totale i due terzi dei programmi televisivi – compresi quelli per i bambini – contengono scene di violenza. Tematiche sessuali inappropriate non si contano in TV e nei film. Nei corsi di educazione sessuale nelle scuole, i ragazzi e le ragazze sono d’accordo nel considerare i mezzi di informazione come la seconda fonte più importante per imparare sul sesso.
Un’ampia quantità di ricerche mostra chiaramente che il contenuto violento nei media desensibilizza i giovani nei confronti della violenza e porta ad aumentare la percentuale di coloro che commettono atti violenti. I media hanno avuto un’influenza molto negativa sulla gioventù: la tendenza ad esercitare violenza, l’attività sessuale minorile e le gravidanze adolescenziali sono tutti fenomeni che hanno visto un rapido aumento con la diffusione di programmi TV non legati ai valori morali tradizionali. Una ragazza che guarda spesso programmi che contengono atti sessuali ha il doppio delle probabilità di rimanere incinta entro tre anni dalla pubertà, rispetto alle ragazze che raramente guardano tali programmi. Anche il rischio di violenze sessuali aumenta[50].
Questo fiume di contenuti pornografici e sessuali è un attacco diretto ai valori e alla tradizione sociale. Un ricercatore ha commentato così la situazione: «Quello che i media propongono è così affascinante, e così pieno di sesso, che è difficile per un qualsiasi ragazzo poter resistere, anche per un adulto critico della situazione… Per me i media sono i veri educatori sessuali[51]». A causa dell’influenza dei mezzi di informazione, il sesso al di fuori del matrimonio, l’adulterio e altri comportamenti pertinenti alla sfera sessuale sono ormai dati per scontati, come se facessero parte di uno stile di vita normale; l l’idea è che fino a quando le persone sono d’accordo non c’è niente che non si possa fare.
Nel libro Primetime Propaganda [Propaganda in prima serata] Shapiro ha analizzato quasi cento serie televisive americane che hanno avuto e hanno tuttora influenza sulla società. Il risultato del suo studio è che, con il passare del tempo, i programmi trasmessi cercano di far accettare il Liberalismo, promuovere l’Ateismo sminuendo l’importanza della fede, promuovere il sesso e la violenza, promuovere il Femminismo, far accettare l’omosessualità e i transessuali come normali, rifiutare la moralità, rifiutare i rapporti tradizionali tra marito e moglie e tra genitore e figlio, promuovere con forza i punti di vista della Sinistra e portano sullo schermo antieroi spietati come protagonisti. L’evoluzione del contenuto dei media che si può osservare è un processo di decadenza continua dei valori morali. Questo tipo di stile di vita anti-tradizionale ha avuto una grande influenza sulla mentalità del pubblico, in particolare sui giovani[52].
Molti programmi e video musicali che vanno in onda su MTV sono un perfetto esempio di quanto discusso, in quanto promuovono apertamente il cosiddetto “soft porno”, assieme a comportamenti sessuali perversi tra i giovani, che costituiscono la maggior parte della loro audience[53]. Dopo che la diffusione del sistema di classificazione dei film, quelli pornografici possono essere venduti liberamente, purché abbiano l’etichetta “X”. Con lo sviluppo della tecnologia, questi programmi indecenti sono passati dall’essere un mercato di nicchia ad approdare ovunque. Anche prima della diffusione capillare di internet potevano essere trovati facilmente: dalle edicole ai negozi che noleggiavano film, così come nei canali TV a casa o a pagamento in albergo.
I giovanissimi vengono colpiti in tenerà età: nei cartoni animati si trovano personaggi terrificanti o grandi quantità di violenza. Altri programmi dedicati ai bambini hanno al loro interno tematiche legate al Progressismo e al Liberalismo: un esempio è l’omosessualità, che viene diffusa sotto il nome di “diversità culturale”. Una frase che appare spesso è «Non c’è nessuno come te in tutto il mondo», usata per rafforzare l’autostima del ragazzo — di fatto immeritata — e il concetto che tutte le persone debbano essere accettate e comprese, indipendentemente dai loro comportamenti immorali[54].
Non è necessario che i produttori di Hollywood abbiano una agenda più o meno segreta, volta a instillare nel loro pubblico ideologie che ne corromperanno la moralità. È sufficiente che i produttori siano d’accordo con i concetti espressi dalle correnti del Progressismo e del Liberalismo: i contenuti contro la tradizione e la moralità si riverseranno inevitabilmente nei loro programmi. Coloro che operano nel settore dell’intrattenimento, nel momento in cui allontanano dal divino, diventano pedine dello Spettro del Comunismo.
7. I media: un campo di battaglia fondamentale in una guerra totale
L’ideologia del Comunismo utilizza la lotta in ogni dove, senza rispettare alcun valore morale, per raggiungere i suoi obiettivi politici. Nella campagna presidenziale statunitense del 2016, il candidato Donald Trump si è opposto al “politicamente corretto” e ha dichiarato che il suo programma includeva spostare l’America dall’estrema Sinistra in cui si trovava per ritornare ai valori tradizionali, garantire lo stato di diritto, attuare tagli alle tasse per rivitalizzare l’economia, riportare nel cuore delle persone l’umiltà davanti a Dio, e così via. La sua schiettezza gettò i liberali nel panico: con i media mainstream nel loro arsenale, lanciarono un attacco a tutto campo contro Trump.
Durante la campagna presidenziale, i media di Sinistra hanno usato vari metodi per demonizzare e denigrare volontariamente Trump e i suoi sostenitori, che sono stati descritti come razzisti, sessisti, xenofobi anti-immigrazione e senza istruzione. In pratica i media hanno cercato di influenzare i risultati delle elezioni, manipolando l’opinione pubblica. A parte una piccola parte, circa il 95% dei mezzi di comunicazione ha ripetutamente predetto che Trump avrebbe sicuramente perso. Contro ogni aspettativa, Trump ha sconfitto il suo rivale ed è stato eletto come 45° presidente degli Stati Uniti.
In circostanze normali, a prescindere da quanto feroce possa essere la campagna elettorale, i diversi partiti e gruppi dovrebbero tornare a una normale operatività una volta concluse le elezioni. Ancora più importante, i media dovrebbero sostenere il principio di equità – mettere al primo posto gli interessi nazionali – e mantenere il principio della neutralità nel contenuto che producono e distribuiscono. Tuttavia, dopo le elezioni presidenziali del 2016 negli Stati Uniti, i media hanno continuato sullo stesso tono che avevano usato durante la campagna elettorale, anche a rischio della propria reputazione.
La maggior parte dei media ha deliberatamente ignorato i risultati dell’amministrazione Trump, come il raggiungimento di livelli record registrati in Borsa, i risultati diplomatici del suo Governo e lo sradicamento quasi totale dell’ISIS. Con il tasso di disoccupazione che ha raggiunto il livello più basso degli ultimi 18 anni, l’economia americana è in una situazione rosea. Da aggiungere che la maggior parte dei media sta di fatto ostacolando l’amministrazione Trump: l’attacco principale è venuto dalla teoria che vedeva nella collusione tra Trump e la Russia la vittoria elettorale del primo. L’indagine speciale, che è scaturita dalle “rivelazioni” di alcuni tra i principali giornali americani, non ha trovato alcuna prova a sostegno di questa teoria, che è ormai considerata una cospirazione prodotta dal veleno delle fake news. Un rapporto del Congresso ha affermato senza ambiguità che non c’è stata alcuna collusione tra Trump e la Russia[55].
Per attaccare Trump, i media hanno pubblicato molte “fake news”. Un esempio lampante: nel dicembre 2017 un importante canale televisivo ha sospeso per quattro settimane due giornalisti ben conosciuti e ha rimandato in onda i loro reportage, facendo ammenda per gli errori commessi. I due avevano fabbricato falsi documenti che avrebbero esposto la richiesta di Trump a Michael Flynn di entrare in contatto con la Russia[56]. I due giornalisti sono stati poi costretti a lasciare il proprio posto di lavoro; la loro squadra aveva ottenuto in passato risultati eccezionali, vincendo quattro Peabody Awards e 17 Emmy Awards, ma le notizie false che hanno deliberatamente creato e distribuito hanno portato in dote una tempesta di vergogna e disonore.
Un altro esempio: Trump ha pubblicamente condannato la famigerata banda MS-13, in particolare coloro che ne fanno parte negli Stati Uniti come immigrati clandestini: «Non sono persone. Sono bestie, e dobbiamo essere molto, molto duri con loro». I principali media in America hanno immediatamente citato fuori dal contesto le sue parole, sostenendo che Trump avesse affermato che tutti gli immigrati illegali fossero da considerare alla stregua di bestie selvagge.
Nel giugno 2018 la foto di una bambina honduregna in lacrime ha fatto il giro del mondo, sia sui media tradizionali che tramite internet. La piccola era stata fermata assieme alla madre al confine USA- Messico mentre cercavano di introdursi illegalmente negli Stati Uniti. I media hanno invece riportato che la bimba era stata forzatamente separata dalla madre, e hanno utilizzato questa notizia falsa per criticare le politiche del governo Trump sulla gestione dei confini e sulla tolleranza zero nei confronti dell’immigrazione clandestina. La rivista Time ha messo in copertina la foto della piccola con accanto Trump che la guarda dall’alto in basso; il titolo “Welcome to America” è servito a ridicolizzare il presidente. Il padre della bambina ha smentito tutto ciò in una intervista seguente, dicendo che al confine gli agenti dell’immigrazione non l’avevano separata dalla madre[57].
Secondo uno studio condotto dal Media Research Center, Trump è stato l’argomento principale dei notiziari televisivi, trasmessi in prima serata dai tre principali network statunitensi, negli ultimi due anni: si trattava di circa un terzo dell’intera copertura serale. Nel 2017 il 90% di tutto quanto era stato riportato su Trump era in termini negativi; nel 2018 la percentuale era simile, al 91%. Il Media Research Center conclude così la propria ricerca «Senza dubbio nessun presidente americano ha mai ricevuto una copertura mediatica così ostile e per un periodo di tempo così lungo come Trump[58]».
Tuttavia, il pubblico americano sta diventando sempre più consapevole di come le fake news siano presente nel panorama dell’informazione. Da un sondaggio condotto dalla Monmouth University nell’aprile 2018, la percentuale di americani che riteneva che i maggiori media pubblicassero notizie false è aumentata dal 63% dell’anno precedente al 77%[59]. Nel 2016, un sondaggio Gallup ha rilevato che la fiducia degli americani nei mezzi di informazione era scesa a un nuovo minimo: solo il 32% degli intervistati hanno dichiarato di avere fiducia nei media, in calo di 8 punti percentuali rispetto al precedente anno[60]. Non sorprende che il proprietario di una grande società mediatica si sia lamentato del fatto che «la diffusione di notizie false sono il cancro dei nostri tempi[61]».
A giudicare dai risultati delle elezioni statunitensi, la metà degli elettori americani sostiene il programma proposto da Trump, eppure l’atteggiamento della stampa nei confronti della sua amministrazione è a senso unico. In queste circostanze anormali, Trump viene attaccato e demonizzato perché sostiene fermamente il ripristino di valori tradizionali — quello che propone è destinato a cozzare contro l’ideologia anti-tradizionale della Sinistra. Gli attacchi della stampa contro l’amministrazione Trump appaiono in grado di indurre il pubblico a perdere la fiducia nel suo operato, avanzando verso il vero obiettivo dell’ideologia comunista: impedire alla società nel suo complesso di tornare alla tradizione.
Più preoccupante, tuttavia, è il fatto che molti mezzi di informazione abbiano agito come canali di diffusione della retorica radicale, suscitando animosità e odio, polarizzando la popolazione, e allargando ulteriormente le spaccature presenti nella società. L’etica di base è stata scartata e le conseguenze vengono ignorate: si è raggiunto il punto che autodistruggersi per poter trascinare nel baratro l’avversario è diventata una strategia accettabile. I Paesi occidentali nel complesso sono stati spinti in uno stato di estremo caos e pericolo.
Conclusione: richiamare i media al senso di responsabilità
Nel corso del XX secolo lo Spettro del Comunismo controllava diverse aree del mondo e si era parzialmente infiltrato all’interno di altre. Al giorno d’oggi sta di fatto controllando il pianeta. Tutti gli aspetti che dovrebbero regolare una società umana in quanto tale sono già corrotti. L’immensa influenza dei media è stata usata per fare il lavaggio del cervello alla società, ingannare e corrompere la moralità umana, facendo sì che le persone si allontanassero inconsciamente dalla tradizione.
Nei Paesi occidentali, molti media importanti sono inclinati a Sinistra e sono diventati strumenti per nascondere la verità e ingannare la gente. Molti tra loro hanno abbandonato l’etica professionale più basilare e ricorrono invece a ogni sorta di attacchi senza scrupoli, abusi e calunnie, senza considerare l’impatto sulla loro reputazione o sulla società.
Lo Spettro del Comunismo ha avuto successo perché ha sfruttato i difetti umani: la ricerca della fama e del guadagno, l’ignoranza, la pigrizia, l’egoismo, la competitività e via così.
Alcuni giornalisti si ribellano apertamente contro i valori tradizionali, con la presunzione di conoscere le verità del mondo. Alcuni si conformano alle cosiddette “richieste del pubblico”, — provenienti da una base morale degradata — al fine di ottenere visibilità. Alcuni si conformano ai bassi standard morali presenti, giustificando le loro azioni per avanzare la loro carriera. Alcuni inventano notizie false per gelosia e ostilità verso concorrenti o partiti politici. Alcuni credono nelle notizie false diffuse a causa della loro ignoranza e pigrizia. Alcuni sfruttano la gentilezza e la buona fede degli altri nel difendere la giustizia sociale per spingere l’intera società verso Sinistra, ricorrendo a tattiche senza scrupoli per raggiungere i loro obiettivi politici ed economici.
La missione dei mezzi di comunicazione è nobile. Sono stati concepiti come mezzo attraverso il quale le persone possano ottenere informazioni su eventi pubblici, oltre a svolgere il ruole di mantenere uno sviluppo sano dei membri della società. Obiettività e imparzialità sono requisiti etici basilari per chi opera nei media: sono le fondamenta per creare e mantenere la fiducia che il pubblico ripone in essi.
Al giorno d’oggi i media sono nel caos. La conseguenza diretta è che la fiducia di cui sopra si sgretola e non è possibile ricostruirla. Rimettere i mezzi di informazione in carreggiata, richiamarli al senso di responsabilità che hanno e ristabilire la gloria della professione giornalistica è la grande missione dei professionisti in quel campo, al giorno d’oggi.
Ripristinare la missione dei media significa che essi debbano avere la verità come faro guida. La copertura mediatica deve essere completa e originare dalla sincerità. Quando si denunciano fenomeni sociali, molti media presentano realtà parziali che sono spesso fuorvianti e possono causare più danni delle menzogne.
Parte della missione della stampa è promuovere la compassione. La compassione dei media non consiste è nello stimolare un’empatia fuori luogo, né nel diffondere il politicamente corretto. L’obiettivo deve essere il benessere a lungo termine della società. La via d’uscita per l’Umanità non è ottenere benefici economici a breve termine e certamente non è cadere nel baratro dell’utopia comunista, bensì seguire il percorso tradizionale stabilito dai Cieli, elevare gli standard morali e ritornare al proprio luogo originario: la vera e meravigliosa origine della vita stessa.
I mezzi di comunicazione svolgono un ruolo positivo solo se possono aiutare la società a valorizzare e a sostenere la moralità, poiché il bene e il male sono entrambi presenti nella società umana. È responsabilità dei media diffondere la verità ed esaltare la virtù, così come esporre e rivelare il male.
Nel ritornare alla missione che è loro propria, i media devono prestare maggiore attenzione ai principali eventi che influenzeranno il futuro dell’umanità. L’ultimo secolo è stato testimone di un grande confronto tra il Mondo libero e il fronte comunista. All’apparenza uno scontro ideologico, è stato in realtà una battaglia di vita o di morte tra la giustizia e il male: lo Spettro del Comunismo sta continuando a rovinare i valori che tengono insieme la civiltà umana. In seguito al crollo dei regimi comunisti nell’Europa dell’Est, lo Spettro era apparso sconfitto, ma è ancora in vita.
In Cina, un Paese dalla cultura antica e ricchissima, dal 1999 il Partito Comunista Cinese sta portando avanti una repressione sanguinaria contro il Falun Gong, una pratica spirituale che sostiene i principi universali di verità, compassione e tolleranza. Questa persecuzione ha colpito milioni di persone: va avanti da 20 anni e viene perpetrato a un livello di brutalità difficile da eguagliare. È la persecuzione di stampo spirituale più estesa e cruenta della Storia contemporanea.
Il genocidio in atto contro il Falun Gong in Cina è una persecuzione contro i valori fondamentali della civiltà umana, e un mostruoso assalto alla libertà di credo. Tuttavia la copertura dei grandi media occidentali si questo evento è stata incredibilmente debole rispetto all’entità e alla gravità degli eventi in corso. La maggior parte dei principali media subisce l’influenza politica del Partito Comunista Cinese, il che porta a una auto-censura su questa tragedia dei diritti umani. Alcuni mezzi d’informazione hanno persino svolto il ruolo di complici, nell’aiutare il PCC a diffondere le sua propaganda anti Falun Gong.
Allo stesso tempo, è emersa una tendenza che si oppone al comunismo e sostiene un ritorno alla tradizione. In Cina, oltre 300 milioni di persone si sono ritirate dal PCC e dalle sue organizzazioni affiliate, grazie al movimento “Tuidang” (Dimissioni dal partito). Un fenomeno così importante, che ha un grande significato per il futuro della Cina e del mondo, è stao però raramente menzionato dai media occidentali.
Mentre il mondo subisce grandi cambiamenti, la verità e i valori tradizionali sono più importanti che mai. Il mondo ha bisogno di mezzi di informazione che possano distinguere tra giusto e sbagliato, compiere buone azioni e mantenere la moralità del pubblico. Trascendere gli interessi di singoli individui, aziende e partiti politici per presentare alle popolazioni il mondo reale, è il dovere di ogni professionista che lavori nel campo dell’informazione
Di fronte al declino morale presente nella professione giornalistica, è imperativo che i lettori e il pubblico siano in grado di attuare una distinzione cosciente tra il bene e il male, e che riescano a controllare razionalmente le informazioni prodotte e distribuite dai media. Le persone devono poter valutare gli argomenti pubblicati confrontandoli con la tradizione morale e guardare ai fenomeni sociali attraverso la lente dei valori universali. Così facendo potranno spingere i media a compiere con successo la propria missione storica. È una delle chiavi principali per chiudere la porta all’influenza dello Spettro del Comunismo e ritrovare la strada per un futuro migliore.
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Note bibliografiche
[1] Thomas Jefferson, The Works, vol. 5 (Corrispondenza 1786–1789), citato dalla Online Library of Liberty, ultimo accesso il 2 ottobre 2018, http://oll.libertyfund.org/quote/302.
[2] Joseph Pulitzer, “Why Schools of Journalism?” The New Republic, 9 ottobre 1930, 283.
[3] “Rules of the Communist League”, The Communist League, Marx/Engels Internet Archive, ultimo accesso 4 ottobre 2018, https://www.marxists.org/archive/marx/works/1847/communist-league/index.htm.
[4] Lin Biao, “Discorso all’incontro allargato del Politburo”, Raccolta di documenti del periodo della Rivoluzione Culturale cinese (18 maggio 1966). [In cinese]
[5] Hu Qiaomu, “I giornali sono libri di testo”, Raccolta delle opere di Hu Qiaomu, Vol. III (Pechino, Casa editrice del Quotidiano del Popolo, 1994), p. 303. [In cinese]
[6] Han Mei, “Il Regno Unito declassifica documenti che affermano che 10 mila personr sono state uccise a Tiananmen; i corpi accumulati sottoterra”, Radio Sound of Hope, 20 dicembre 2017, http://www.soundofhope.org/gb/2017/12/20/n1378413.html. [In cinese]
[7] “L’imbroglio dell’auto-immolazione in Piazza Tiananmen”, Minghui.org, http://it.minghui.org/cc/88/
[8] “Visione generale: intensificare la creazione di un meccanismo per l’innovazione e creare una squadra di propaganda culturale di alto calibro”, Xinhua News Network, 28 settembre 2011, http://cpc.people.com.cn/GB/64107/64110/15777918.html. [In cinese]
[9] Matthew Vadum, “Journalistic Treachery”, Canada Free Press, 1 luglio 2015, https://canadafreepress.com/article/journalistic-treachery.
[10] Marco Carynnyk, “The New York Times and the Great Famine”, The Ukrainian Weekly No. 37, Vol. LI (11 settembre 1983), ultimo accesso 5 ottobre, 2018, http://www.ukrweekly.com/old/archive/1983/378320.shtml.
[11] Robert Conquest, The Harvest of Sorrow: Soviet Collectivization and the Terror-famine (Oxford: Oxford University Press, 1986), 319.
[12] Citato in Arnold Beichman, “Pulitzer-Winning Lies”, The Weekly Standard, 12 giugno 2003, https://www.weeklystandard.com/arnold-beichman/pulitzer-winning-lies.
[13] Ronald Radosh, Red Star over Hollywood: The Film Colony’s Long Romance with the Left (San Francisco: Encounter Books, 2005), 80.
[14] Ibid., 105.
[15] Edgar Snow, Random Notes on Red China, traduzione di Xi Boquan, (Nanjing: Jiangsu People’s Publishing House, 1991), p. 1.
[16] Ruth Price, The Lives of Agnes Smedley (Oxford: Oxford University Press, 2004), 5–9.
[17] Lymari Morales, “Majority in U.S. Continues to Distrust the Media, Perceive Bias”, Gallup, 22 settembre 2011, https://news.gallup.com/poll/149624/majority-continue-distrust-media-perceive-bias.aspx.
[18] Tim Groseclose, Left Turn: How Liberal Media Bias Distorts the American Mind (New York: St. Martin’s Press, 2011).
[19] Ibid., “The Second-Order Problem of an Unbalanced Newsroom”, capitolo 10.
[20] Lydia Saad, “U.S. Conservatives Outnumber Liberals by Narrowing Margin”, Gallup, 3 gennaio 2017, https://news.gallup.com/poll/201152/conservative-liberal-gap-continues-narrow-tuesday.aspx.
[21] Chris Cillizza, “Just 7 Percent of Journalists Are Republicans. That’s Far Fewer than Even a Decade Ago”, The Washington Post, 6 maggio 2014, https://www.washingtonpost.com/news/the-fix/wp/2014/05/06/just-7-percent-of-journalists-are-republicans-thats-far-less-than-even-a-decade-ago/?noredirect=on&utm_term=.3d0109901e1e.
[22] “2016 General Election Editorial Endorsements by Major Newspapers”, The American Presidency Project, http://www.presidency.ucsb.edu/data/2016_newspaper_endorsements.php.
[23] Ben Shapiro, “The Clique: How Television Stays Liberal”, Primetime Propaganda: The True Hollywood Story of How the Left Took Over Your TV (New York: Broadside Books, 2012).
[24] Ibid., “Making the Right Cry: How Television Drama Glorifies Liberalism”.
[25] Ibid., “The Clique: How Television Stays Liberal” .
[26] Citato da Jim A. Kuypers, Partisan Journalism: A History of Media Bias in the United States (Lanham: Rowman & Littlefield, 2014), 8.
[27] S. Robert Lichter, et. al., The Media Elite (Castle Rock, Colo.: Adler Publishing Co., 1986).
[28] Kuypers, Partisan Journalism, 2.
[29] Jim A. Kuypers, Press Bias and Politics: How the Media Frame Controversial Issues (Santa Barbara, Calif.: Greenwood Publishing Group, 2002).
[30] Citato in Kuypers, Partisan Journalism, 4.
[31] Newt Gingrich, “China’s Embrace of Marxism Is Bad News for Its People”, Fox News, 2 giugno 2018, http://www.foxnews.com/opinion/2018/06/02/newt-gingrich-chinas-embrace-marxism-is-bad-news-for-its-people.html.
[32] Tim Groseclose and Jeff Milyo, “A Measure of Media Bias”, The Quarterly Journal of Economics, Vol. 120, No. 4 (novembre 2005), 1205.
[33] Citato da Maxwell E. McCombs and Donald L. Shaw, “The Agenda-Setting Function of Mass Media”, The Public Opinion Quarterly, Vol. 36, No. 2 (Summer, 1972), 177.
[34] Patricia Cohen, “Liberal Views Dominate Footlights”, New York Times, 14 ottobre 2008, https://www.nytimes.com/2008/10/15/theater/15thea.html.
[35] Groseclose, Prefazione, Left Turn.
[36] Jonathan Derek Silver, Hollywood’s Dominance of the Movie Industry: How Did It Arise and How Has It Been Maintained?, tesi di dottorato, the Queensland University of Technology (2007), Sezione 1.4, https://eprints.qut.edu.au/16687/1/Jonathan_Derek_Silver_Thesis.pdf.
[37] John Belton, American Cinema / American Culture, 2nd Edition (McGraw-Hill Publishing Company, 2005), Capitolo 14.
[38] Todd Gitlin, The Whole World Is Watching: Mass Media in the Making and Unmaking of the New Left (Berkeley: University of California Press, 2003), 199.
[39] Steven J. Ross, Hollywood Left and Right: How Movie Stars Shaped American Politics (Oxford University Press, 2011), 322.
[40] Ibid., 338.
[41] Ibid., 338–39.
[42] Ibid., 352.
[43] Gitlin, The Whole World Is Watching, 199.
[44] Peter Biskind, Easy Riders, Raging Bulls: How the Sex-Drugs-and-Rock ‘N’ Roll Generation Saved Hollywood (New York: Simon and Schuster, 1999), 74.
[45] Ashley Haygood, The Climb of Controversial Film Content, tesi per master in Comunicazione presso la Liberty University, maggio 2007, consultata il 5 ottobre 2018, https://digitalcommons.liberty.edu/cgi/viewcontent.cgi?&httpsredir=1&article=1007&context=masters&sei-re.
[46] Victor B. Cline, “How the Mass Media Effects Our Values and Behavior”, Issues in Religion and Psychotherapy, Vol 1, No. 1. (1 ottobre 1975), https://scholarsarchive.byu.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=1004&context=irp.
[47] Michael Medved, Hollywood vs. America (New York: Harper Perennial, 1993), 3.
[48] “The Media Assault on American Values”, Media Research Center, consultato il 2 ottobre 2018, https://www.mrc.org/special-reports/media-assault-american-values.
[49] Shapiro, “Prologue: How Conservatives Lost the Television War”, Primetime Propaganda.
[50] “The Impact of Media Use and Screen Time on Children, Adolescents, and Families”, American College of Pediatricians, novembre 2016, https://www.acpeds.org/wordpress/wp-content/uploads/11.9.16-The-Impact-of-Media-Use-and-Screen-Time-on-Children-updated-with-ref-64.pdf.
[51] Congressional Record, Volume 141, Number 146 (September 19, 1995), https://www.gpo.gov/fdsys/pkg/CREC-1995-09-19/html/CREC-1995-09-19-pt1-PgS13810.htm.
[52] Shapiro, Primetime Propaganda.
[53] Libby Copeland, “MTV’s Provocative ‘Undressed’: Is It Rotten to the (Soft) Core?”, Los Angeles Times, 12 febbraio 2001, http://articles.latimes.com/2001/feb/12/entertainment/ca-24264.
[54] Shapiro, “Robbing the Cradle: How Television Liberals Recruit Kids”, Primetime Propaganda.
[55] Erin Kelly, “Speaker Paul Ryan: ‘No Evidence of Collusion’ between Trump Campaign and Russians”, USA Today, 7 giugno 2018, https://www.usatoday.com/story/news/politics/2018/06/07/paul-ryan-no-evidence-collusion-between-trump-campaign-russians/681343002/.
[56] Julia Manchester, “Trump: ABC Should Have Fired ‘Fraudster’ Brian Ross”, The Hill, 8 dicembre 2017, http://thehill.com/homenews/administration/364061-trump-abc-should-have-fired-fraudster-brian-ross.
[57] Samantha Schmidt and Kristine Phillips, “The Crying Honduran Girl on the Cover of Time Was Not Separated from Her Mother”, Washington Post, 22 giugno 2018, https://www.washingtonpost.com/news/morning-mix/wp/2018/06/22/the-crying-honduran-girl-on-the-cover-of-time-was-not-separated-from-her-mother-father-says/?noredirect=on&utm_term=.bd08dbdaf5bc.
[58] Rich Noyes, “TV vs. Trump in 2018: Lots of Russia, and 91% Negative Coverage (Again!)”, NewsBusters, 6 marzo 2018, https://www.newsbusters.org/blogs/nb/rich-noyes/2018/03/06/tv-vs-trump-2018-lots-russia-and-91-negative-coverage.
[59] “‘Fake News’ Threat to Media; Editorial Decisions, Outside Actors at Fault”, Monmouth University Polling Institute, 2 aprile 2018, https://www.monmouth.edu/polling-institute/reports/monmouthpoll_us_040218/.
[60] Art Swift, “Americans’ Trust in Mass Media Sinks to New Low, Politics”, Gallup, 14 settembre 2016, https://news.gallup.com/poll/195542/americans-trust-mass-media-sinks-new-low.aspx.
[61] Polina Marinova, “New L.A. Times Owner Tells Readers: ‘Fake News Is the Cancer of Our Times’”, Fortune, 18 giugno 2018, http://fortune/2018/06/18/los-angeles-times-owner/