Capitolo 14: Cultura popolare, dall’indulgenza al declino morale

Indice dei contenuti

Introduzione

1. La cultura del Partito Comunista

2. La sovversione della cultura di massa occidentale da parte del Comunismo

3. Cultura pop e caos sociale
a. Hip Hop e Rock and Roll
b. Abuso di droga
c. Pornografia
d. Videogiochi
e. Cultura della violenza
f. Moda decadente

Conclusione

Note bibliografiche

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Introduzione

Dio ha creato il genere umano e, nel lungo corso della storia, ha stabilito per l’uomo una cultura tradizionale che lo accompagnasse passo dopo passo. Sebbene le diverse nazioni del mondo presentino delle culture tra loro differenti, la loro essenza è sorprendentemente simile.

Tutti i gruppi etnici, in Oriente come in Occidente, enfatizzano certe virtù come la sincerità, la gentilezza, la generosità, la giustizia, la moderazione, l’umiltà, il coraggio, l’altruismo e così via. Queste virtù sono state onorate da ogni nazione e trasmesse ai rispettivi popoli attraverso i classici.

Queste virtù hanno tutte in comune il fatto di rispettare Dio e il  dimostrare fedeltà verso i suoi comandamenti. Questo perché è stato proprio Dio a trasmettere all’Uomo la sua cultura e quel codice di condotta che quest’ultimo avrebbe dovuto rispettare e far proprio. Questa è l’origine dei valori universali.

I padri fondatori degli Stati Uniti attribuirono grande importanza alla moralità e all’etichetta, o galateo. Nei suoi primi anni, il presidente Washington copiò personalmente a mano le 110 Rules of civility and decent behaviour [Regole di civiltà e di comportamento decoroso, ndt] [1]. Anche se alcuni principi specifici possono cambiare nel tempo, la maggior parte rimangono universali: si deve avere un atteggiamento di riverenza quando si parla di divinità e argomenti correlati; si deve difendere la moralità, il rispetto per gli altri e l’essere modesti. Bisogna inoltre trattare le persone in maniera appropriata, prestare attenzione alla moralità pubblica, non danneggiare gli interessi e i sentimenti altrui e comportarsi con decoro in tutte le occasioni. Si deve inoltre vestire in modo ordinato, dare esempio di raffinatezza, astenersi da un linguaggio di ritorsione, non parlare male degli altri dietro le loro spalle, imparare dai saggi e dai buoni, mantenere integra la propria coscienza e così via.
Allo stesso modo, le tredici virtù di Benjamin Franklin erano: temperanza, silenzio, ordine, risolutezza, sobrietà, diligenza, sincerità, giustizia, moderazione, pulizia, tranquillità, castità e umiltà. I concetti sono pienamente in linea con le 110 regole di Washington [2].

Prima degli anni ’50, le idee morali della maggior parte delle persone rispettavano generalmente uno standard comune. La gente in Occidente e in Oriente manteneva ancora molte delle tradizioni e dei costumi che gli esseri umani dovrebbero avere. Persino dopo il 1949 in Cina  ̶ nonostante a partire da quell’anno il Comunismo avesse iniziato a rovinare il patrimonio culturale cinese, a massacrare l’élite della società e a corrompere la moralità in modo sistematico ̶ le persone conservavano ancora molte di quelle virtù tradizionali comunemente accettate prima che il Partito usurpasse il potere.

Con l’espansione del dominio comunista, i comunisti hanno promosso ulteriormente i loro piani. Soprattutto dopo gli anni ’60, le persone, sia occidentali che orientali, hanno seguito sempre più la strada della corruzione morale.

Nel 1966 il Partito Comunista Cinese lanciò la Rivoluzione Culturale, assieme alla campagna per sradicare i «quattro vecchi», che durò un decennio e che fu seguita dal feroce movimento controculturale degli Stati Uniti negli anni ’60, più i movimenti anti-tradizionali  ̶ promossi principalmente dai giovani ̶ che si diffusero poi in tutto il mondo: tutti questi furono eventi globali nati allo scopo di distruggere la tradizione e di indurre l’umanità a deviare da quegli standard morali che si erano stabiliti nel lungo corso del tempo.

Questi movimenti politici e “culturali” hanno lasciato delle profonde cicatrici nel mondo odierno. Da allora, infatti, le tradizionali fondamenta culturali della società cinese sono andate completamente in frantumi e la morale ha imboccato una strada in rapido declino. Nella società occidentale, cose come la musica rock, l’abuso di droghe, la liberazione sessuale e la promiscuità sessuale, l’omosessualità, la cultura hippy e il vuoto spirituale hanno preso sempre più piede, andando gravemente a danneggiare le basi della tradizione occidentale.

Una volta che i giovani della controcultura con le posizioni più radicali si sono accorti di avere in mano le redini della società, hanno portato avanti il loro movimento sotto altre spoglie. L’arte e la letteratura d’avanguardia, ad esempio, così come le varie ideologie e idee deviate moderne sono state introdotte tutte allo stesso tempo. In seguito, la televisione, i computer, internet e i telefoni cellulari, assieme ai diversi mezzi di comunicazione, hanno contribuito a far deviare rapidamente l’intera razza umana dalla sua cultura e dal suo modo di vivere tradizionale, spingendola nell’abisso della perversione e del degrado.

Guardando al mondo, specialmente a quello degli ultimi decenni, ci si accorge facilmente che il declino della morale e il grado di corruzione in quasi ogni aspetto della cultura popolare e della vita sociale è arrivato a livelli sconvolgenti. Il Partito Comunista Cinese (PCC), dopo aver distrutto la profonda cultura tradizionale della Cina attraverso incessanti mobilitazioni politiche, ha creato un sistema malvagio basato sulla cultura del Partito. Le giovani generazioni sono cresciute in questa cultura del Partito e non conoscono nulla della tradizione, nulla di quella cultura tradizionale ispirata dal e al divino. A eccezione di alcuni segmenti della società in Occidente, che sono ancora attaccati alla tradizione e che rifiutano di farsi corrompere e tentare, si può affermare che il Comunismo sia quasi riuscito a raggiungere il suo obiettivo di danneggiare la cultura umana in tutto il mondo.

1. La cultura del Partito Comunista

Dopo gli anni ’80, ovvero dopo le politiche di ‘riforma e apertura’ del Partito Comunista Cinese, le persone degli altri Paesi hanno iniziato a manifestare insofferenza nei confronti del comportamento dei cinesi che si recavano all’estero. Fino ad allora infatti, molti occidentali conservavano un’impressione positiva del popolo cinese, ovvero di una popolazione votata al sacrificio e dalle maniere pacate, gentili, cortesi, semplici e modeste: tutti aspetti radicati nella tradizione della Cina.

Tuttavia, dopo decenni di lavaggio del cervello e trasformazione da parte del Partito Comunista, il popolo cinese è completamente cambiato: le persone sono diventate scortesi e parlano a voce alta in pubblico, disturbando gli altri, oppure non rispettano la fila e sono irrispettose; fumano di fronte ai cartelli di divieto e si vestono in modo trasandato; sputano sui marciapiedi e gettano i rifiuti a terra, mentre non perdono occasione per approfittarsi degli altri.

Proprio negli ultimi anni, tutto il mondo si è accorto del cattivo comportamento di alcuni turisti cinesi: si arrampicano su reliquie culturali e siti storici danneggiandoli, permettono che i loro figli urinino in pubblico, non tirano lo sciacquone dopo aver usato il bagno, si fiondano sulle merci gratuite, accumulano e sprecano cibo nelle mense, scatenano risse per piccoli disaccordi e creano problemi negli aeroporti, causando ritardi alle compagnie aeree.

Cosa è accaduto al popolo cinese? E cosa è successo a quella nobile Cina di un tempo?

La risposta è in realtà molto semplice. La rivoluzione proletaria guidata dal PCC ha affibbiato l’etichetta di membri di “classi sfruttatrici”a coloro che si impegnavano a sostenere la morale, la civiltà e le buone maniere tradizionali. Il PCC ha definito le abitudini del proletariato rivoluzionarie e buone, ha costretto gli intellettuali cinesi a rotolarsi nel fango e a farsi crescere i calli sulle mani e considerava i pidocchi sul corpo come “insetti rivoluzionari”. Per tutti i membri del PCC, dai capi del Partito ai funzionari ordinari, era diventato motivo di orgoglio bestemmiare, perché mostrava la loro “coscienza di classe”, l’impegno alla rivoluzione e la vicinanza alle masse.

Così il Partito costringe le persone ad abbandonare tutto quel che è elegante e civilizzato, e accetta invece il rude stile di vita dei teppisti proletari. Un Paese con una così lunga storia, noto per le buone maniere, è stato ridotto in uno stato di confusione, in mezzo al quale tutti competono per fama e fortuna. Il Partito ha trasformato la Cina in un’esibizione a cielo aperto della volgare cultura comunista.

Si può dire che la cultura del Partito Comunista sia una pericolosa invenzione il cui scopo è la corruzione dell’umanità. L’espressione ‘cultura del Partito’ si riferisce a quel modo di pensare, parlare e comportarsi scaturito dalla dottrina del Partito Comunista. L’ideologia alla base della cultura del Partito è l’ateismo e il materialismo, compresi quei concetti tipici del Comunismo che il Partito Comunista instilla nella mente delle persone sotto il suo dominio e che includono ogni genere di elementi culturalmente devianti, nonché un concentrato di tutti gli aspetti peggiori dei tempi antichi. Dato che il PCC ha usurpato il potere, ha fatto ricorso a diversi mezzi per distruggere la cultura tradizionale mentre al contempo stabiliva e rafforzava la sua cultura del Partito, usandola per trasformare i pensieri dei cinesi.

La cultura del Partito ha quindi rafforzato sempre più il suo controllo, infiltrandosi in tutti gli aspetti della vita, compresa la letteratura, le arti e l’educazione, che sono quindi degenerate. Questa cultura del Partito non è altro che un’esibizione delle caratteristiche ideologiche del Partito Comunista: l’ateismo, la filosofia di lotta e il rifiutarsi di credere che le divinità siano onnipresenti e che nel mondo esista una giustizia[3]. Il Partito è nato invece per combattere contro il Cielo, la Terra e l’Umanità. Promuove una serie di idee malvagie su quel che sarebbe bene e quel che sarebbe male e distorce il modo di pensare delle persone. L’indottrinamento è sostenuto poi dalla violenza di Stato. I membri del Partito vengono quindi costantemente influenzati, senza che se ne rendano conto, da quello che vedono e sentono sin dal giorno della loro nascita, poiché il Partito monopolizza tutte le risorse sociali: è una macchina di propaganda costantemente al lavoro, che costringe le persone a leggere le opere dei leader comunisti, mentre utilizza l’élite della società per produrre libri di testo, letteratura, film, notizie e così via, tutto per instillare ulteriormente la cultura del Partito nel popolo.

E non è servito molto tempo, al Comunismo, per raggiungere il suo obiettivo di plasmare la mente delle persone con il pensiero del Partito: solo pochi decenni. Adesso, infatti, le persone utilizzano il linguaggio del Partito, hanno smesso di credere nelle divinità e agiscono senza preoccuparsi delle conseguenze, oppure osano fare semplicemente qualsiasi cosa. Quasi ogni interazione personale è fondata sull’inganno e sembra che non ci sia limite al peggio. La società è sommersa dal linguaggio inebetito del Partito e dalle sue menzogne sempre pronte ad essere servite.

Cinquant’anni fa, durante la Rivoluzione Culturale, le Guardie Rosse erano anche loro immerse nella cultura del Partito. Ora sono diventate gli anziani di oggi e hanno lasciato le loro viziose abitudini alle giovani generazioni. In particolare, i bambini e gli adolescenti cresciuti sotto la cultura del Partito sembrano degli scaltri adulti e sono a conoscenza di tutte le cose più sporche già alla loro età. Le nuove generazioni non credono in Dio e si comportano immoralmente e con arroganza. Non esiste alcuna restrizione sessuale né morale e quando si sentono provocati o arrabbiati, sono persino capaci di attaccare in modo brutale. Per questo, contribuiscono alla distruzione della moralità; i cinesi che hanno perso le loro radici tradizionali hanno assorbito tutte le cose peggiori dal movimento controculturale dell’Occidente.

La cultura del Partito ha creato un immenso abisso tra il popolo cinese e i valori universali. La mente delle persone, i loro pensieri e comportamenti hanno deviato in maniera spaventosa. Non sanno più cosa siano le normali relazioni tra membri della stessa famiglia, così come non sanno gestire quelle nell’ambiente scolastico o lavorativo; i loro pensieri e comportamenti risultano spesso incompatibili con quelli delle persone che provengono da società non comuniste e sono difficili per queste ultime da capire.

Il PCC adesso parla di riportare in vita la cultura tradizionale, ma quello che sta ristabilendo non è la cultura tradizionale: è semplicemente la cultura del Partito con un’immagine “tradizionale”, alla quale tuttavia manca proprio l’aspetto principale, ovvero la sincera fede nelle divinità. Sotto l’influenza di questa cultura del Partito, le persone utilizzano persino le divinità per fare fortuna: il Tempio della Nonna, nella Contea di Yi, in provincia di Hebei, è molto popolare e si dice che le persone, nel caso volessero “pregare”, possono trovare lì tutte le ”divinità” che vogliono. Se si vuole diventare un funzionario governativo ad esempio, esiste un cosiddetto ”dio dei funzionari” da pregare. Analogamente, c’è un ”dio della ricchezza” fatto di banconote, un ”dio dello studio” e, come se non bastasse, persino un ”dio delle automobili”che tiene un volante. Il responsabile del tempio si è persino vantato, affermando: «Se dovesse mancare un dio semplicemente lo costruiremo[3]».

La Cina moderna è quindi impegnata in un movimento che dovrebbe far rivivere la tradizione; tuttavia, considerando la corruzione morale dei nostri giorni, è davvero così semplice riportare in vita la tradizione? Infatti, anche se molte opere letterarie e artistiche riprendono storie antiche, il loro contenuto è comunque insozzato dalle idee contemporanee. Gli attori indossano abiti tradizionali ma recitano in drammi contemporanei; così la cultura tradizionale fa solo da facciata, mentre il suo reale significato interiore viene ignorato e nascosto. Ad esempio, i drammi ambientati nei palazzi della Cina imperiale sono andati molto di moda negli ultimi anni, ma ruotano tutti attorno a intrighi e gelosie: una spettacolarizzazione di lotta e odio, ovvero principi propri del Comunismo, piuttosto che un riflesso delle realtà storiche.

L’adattamento arbitrario di Viaggio in Occidente ha persino fatto sì che il protagonista, Sun Wukong, abbracciasse e si innamorasse dei demoni che aveva invece sconfitto nel romanzo classico. La cosa più terribile è che molte persone, particolarmente i giovani che non sanno nulla della cultura tradizionale cinese, considerano questi sceneggiati come un qualcosa di tradizionale. Queste sono le conseguenze della devastazione, operata dal Partito, della cultura divina cinese, che da decenni viene sostituita con la cultura del Partito mediante l’indottrinamento. Così i cinesi sono arrivati a pensare che l’atteggiamento di lotta sia un qualcosa di tradizionale e che quelle arti, opere letterarie e sceneggiati intrisi delle idee della cultura del Partito siano le vere tradizioni; e questo solo perché gli attori vestono in modo tradizionale.

La cultura del Partito cancella nelle persone la fede nelle divinità. La crisi dell’integrità morale è la prima conseguenza diretta di questo: frodi, merce contraffatta, cibo tossico, corruzione e molto altro ancora sono tutti fenomeni diventati comuni.

La cosiddetta cultura Shanzhai è un esempio di questa crisi d’integrità. La “cultura Shanzhai“ si riferisce alla contraffazione di prodotti o di marchi ben noti, in particolar modo stranieri. Il termine è diventato così noto che persino il dizionario cinese-inglese della Oxford lo ha incluso come neologismo [4].

Lo Shanzhai in Cina non si limita alla contraffazione di prodotti, ma anche di interi negozi. In Cina infatti è pieno di falsi Apple Store, [5] che sono arredati con cura in maniera del tutto simile ai veri Apple Store: porte a vetro all’entrata, tavoli per l’esposizione in legno chiaro, scala in acciaio, poster di Ipad e altri prodotti Apple, oltre a una parete accessoria ordinata con loghi Apple bianchi. I commessi indossano le caratteristiche t-shirt blu con il logo Apple e sembra che siano addirittura convinti di lavorare in un vero Apple store. In un contesto sociale caratterizzato da tali buffonate, alcuni cinesi non si fermano di fronte a niente per i propri interessi e non temono punizioni né dalle leggi divine né da quelle umane. Menzogna e falsificazione sono diventate parte della cultura dominante, al punto che chi si rifiuta di lavorare con merce contraffatta viene considerato colui che ha qualcosa che non va.

La cultura del Partito ha danneggiato anche il linguaggio; un esempio è l’uso sconsiderato di parole e frasi iperboliche: i ristoranti hanno nomi quali “Il paradiso oltre il paradiso“, “L’imperatore di tutti gli imperatori“, “Il Re dei re“, e via discorrendo. Lo stile letterario è diventato pomposo e nella propaganda ufficiale appaiono di frequente frasi come «il primo al mondo», «il più formidabile della storia», «gli Stati Uniti hanno paura», «il Giappone è atterrito», o ancora, «i rimpianti dell’Europa».

I titoli delle notizie sui quotidiani online e su WeChat (una popolare app di messaggistica cinese) traboccano di tali espressioni; di seguito alcuni esempi: «La forza scientifica e tecnologica della Cina sorpassa gli Stati Uniti e si classifica al primo posto nel mondo»; «La Cina ha conquistato ancora una volta il primato mondiale, sconfiggendo personalmente le Blue Chip statunitensi e imponendosi completamente su Apple»; «Accadrà qualcosa di grande. Un’arma magica in Cina spaventa di nuovo gli Stati Uniti, sbalordisce il mondo e terrorizza totalmente il Giappone»; «La Cina ha raggiunto un altro primato mondiale! Segnando un grande cambiamento storico in soli 30 anni e sbalordendo Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud»; «Huawei ha scioccato il mondo annunciando di aver creato il primo chip 5G sul Pianeta!».

Il film di propaganda Fantastico, il mio Paese!, e la serie speciale di programmi televisivi Wow, il mio Paese!, sono pieni di esagerazioni sia nel tono che nel contenuto e danno l’idea che tutto il mondo si stia arrendendo alla Cina. Trasmettono un atteggiamento che ricorda quello della propaganda usata durante il Grande Balzo in Avanti, quando il Partito sosteneva che la Cina avrebbe superato la Gran Bretagna, raggiunto gli Stati Uniti e prodotto 22 mila 500 chili di raccolto per acro.

La nuova ondata di eccessi e smoderatezza è la manifestazione concreta dell’«ethos falso, esagerato e vuoto» (così come è noto in Cina) della cultura del Partito nell’era odierna. La questione fondamentale rimane ancora quella dell’integrità. Le riforme e le aperture durante gli anni ’80 e ’90 hanno rimodellato la Cina, facendole assorbire gli aspetti peggiori della cultura contemporanea in Occidente, come la liberazione sessuale, l’abuso di droga, l’omosessualità, i videogame e simili. I programmi di intrattenimento in televisione sono diventati volgari e l’intera società è diventata un Paese della cuccagna per chi vuole indulgere nei desideri materiali e carnali.

Il Comunismo ha trasformato le persone in esseri che di umano hanno ormai davvero poco e ha reso la Cina, quel Paese un tempo civilizzato, magnifico e splendido, in un luogo in cui l’inciviltà regna sovrana.

2. La sovversione della cultura di massa occidentale da parte del Comunismo

I Paesi occidentali del mondo libero erano noti per le loro società civilizzate, dove gli uomini erano gentili e le donne virtuose e aggraziate e dove i rapporti tra le persone si basavano su onestà e amicizia.

Il Comunismo ha tuttavia attuato in questi Paesi occidentali delle tattiche volte a sovvertire e sabotare le civiltà. Per danneggiare le società occidentali e la loro cultura di massa, non potendo usare direttamente violenza e totalitarismi come avvenuto in Cina, il Comunismo è riuscito comunque (proprio come in Cina) a istigare nelle persone pensieri e comportamenti negativi di ribellione, al fine di minare la tradizione e distruggere la morale pubblica e privata.

Dopo il trionfo dei Paesi occidentali nella Seconda guerra mondiale, proprio mentre le persone stavano celebrando la vittoria, c’era già un gruppo che tramava con tutte le forze per distruggere la cultura occidentale; sfruttando le nuove ondate ideologiche, è riuscito ad allontanare sistematicamente le persone dal sentiero della tradizione, che connetteva l’uomo al divino.

Negli Stati Uniti, dopo la Seconda guerra mondiale apparve la Beat Generation, un gruppo di scrittori degli anni ’50, considerati i progenitori di un movimento artistico e letterario il cui scopo finale era quello di destabilizzare la società. Infatti, anche se condannavano giustamente parte dell’ipocrisia dovuta alla corruzione morale nella società di quel periodo, la loro colpa fu quella di rifiutare cinicamente tutto quel che riguardasse la moralità tradizionale, ribaltandola. Gli appartenenti alla Beat Generation erano difatti per la maggior parte cinici e nichilisti. Erano per la libertà più sfrenata e davano la massima importanza alle loro idee personali sul mondo, rigettando le virtù tradizionali. Inoltre, indulgevano nello pseudo-misticismo, nelle droghe e nella criminalità, vivendo deliberatamente e in modo indisciplinato.

Il loro tentativo di critica radicale alla società capitalista borghese coincideva con la spinta ideologica del Comunismo in Occidente: per questo sono diventati un facile strumento nella mani del Comunismo.

Molti membri della Beat Generation erano profondamente influenzati dall’ideologia socialista e comunista. Ad esempio, Jack Kerouac, il fondatore del movimento, prima di diventare famoso scrisse Nascita di un socialista, una breve storia nella quale narra la sua ribellione contro la società capitalista [6]. Allen Ginsberg, un altro rappresentante del movimento, divenne in seguito un comunista dichiarato (si veda il capitolo 11 di questo libro) che sosteneva la pedofilia. Le loro opere si opponevano alle convenzioni tradizionali, erano appositamente scritte in modo disorganizzato e utilizzavano un linguaggio volgare, offensivo e irriverente.

Questo movimento rappresentò il primo grande allontanamento dai principi della tradizione e dalle regole e preparò la strada al movimento di controcultura che avrebbe inghiottito l’Occidente durante gli anni ’60.

Negli anni ’60 si assistette infatti a un’elaborazione o al proseguimento di quello che la Beat Generation aveva iniziato, con la nascita di sottoculture quali quella hippy, punk, goth e diverse altre. Queste tendenze controculturali hanno fatto proseliti nella aree urbane dell’Occidente, tentando una generazione dopo l’altra con la violenza, l’abuso di droghe, la liberazione sessuale, l’abbigliamento anticonformista, l’alienazione culturale e, in definitiva, l’oscurità e la morte.

Il movimento raggiunse il suo culmine nel 1968, all’incirca nel periodo in cui Martin Luther King e Robert Kennedy vennero assassinati e durante l’escalation della Guerra del Vietnam. Nella primavera del 1968, circa duemila hippy si radunarono al Golden Gate Park di San Francisco, restando lì per diversi giorni e notti e dando sfogo ai più bizzarri comportamenti, tra nudità, rock-and-roll, canto, poesie e utilizzo di droghe, il tutto in segno di resistenza alla società.

Nell’estate del 1969, più di 400 mila persone si radunarono nello stesso modo a Woodstock, nella periferia di New York. Le persone gridavano gli slogan “amore”, “libertà e pace”. Col rock-and-roll di sottofondo, in centinaia di migliaia si abbandonavano alla dissolutezza e al piacere selvaggio, cosa che contribuì a trascinare chi vi era coinvolto e tutta la società verso la volgarità, la decadenza e il declino morale. Woodstock fu l’evento più emblematico di quegli anni e nei decenni successivi, quest’ultimo, più gli eventi del Central Park di New York e del Golden Gate Park di San Francisco, sono diventati tutti simboli della controcultura americana.

Proprio mentre la controcultura si stava diffondendo a macchia d’olio negli Stati Uniti, in Francia scoppiarono altre proteste, conosciute come il Maggio francese, che coinvolsero milioni di giovani studenti rabbiosi che si ribellarono contro la morale e la cultura tradizionale. All’epoca, le scuole avevano imposto dormitori separati per studenti e studentesse, ed era stato proibito di fare avanti e indietro dalle rispettive stanze da letto. L’abolizione di questa disposizione e la richiesta del diritto all’attività sessuale nei dormitori furono tra i principali obiettivi delle proteste iniziali. La ribellione degli studenti trovò poi il sostegno dei partiti socialisti e comunisti in Francia. Per questo, la generazione più giovane, attraverso tumulti e ribellioni, distrusse i principi morali e cancellò quelle restrizioni stabilite per l’umanità e conferite fin dai tempi antichi.

Esiste un detto secondo cui alla fine degli anni ’60 erano due i centri della rivoluzione: uno era a Pechino, dove la Rivoluzione Culturale era in pieno svolgimento; l’altro a Parigi, dove gli eventi del Maggio francese avevano scosso il mondo intero, al punto che era definita da molti la Rivoluzione Culturale dell’Occidente. A quel tempo, gli studenti cinesi marciavano con striscioni e slogan a sostegno degli studenti francesi ribelli, mentre nella lontana Parigi, le “Guardie Rosse Occidentali” indossavano cappelli e divise militari verdi con fasce al braccio rosse a sostegno dei maoisti in Cina. Sorreggevano enormi ritratti di Mao Zedong e le “Tre M”, ovvero Marx, Mao Zedong e Marcuse, divennero il loro punto di riferimento ideologico[7].

Anche il Giappone conobbe il proprio movimento controculturale negli anni ’60. L’associazione studentesca giapponese AJSA (Zengakuren), formata e organizzata dal Partito Comunista Giapponese, ebbe un’enorme influenza tra gli studenti di quell’epoca. Questi erano a loro volta controllati e organizzati dal Partito Comunista, che li mobilitava in base alle attività delle Guardie Rosse in Cina. La AJSA, assieme ad altre organizzazioni studentesche di sinistra, come l’Armata Rossa Giapponese (Nihon Sekigun) e i Consigli di Lotta Comune di tutti i Campus, organizzò numerose manifestazioni controculturali e arrivò persino al punto di minacciare la società giapponese con la violenza[8].

Simili fenomeni si sono verificati anche in alcuni Paesi dell’America centrale e dell’America Latina. Per esempio, sotto l’influenza del Partito Comunista Cubano, il movimento studentesco della Plaza de las Tres Culturas in Messico ,  e altri gruppi studenteschi appartenenti alla sinistra avevano inviato messaggi per telegrafo agli studenti a Parigi in sostegno della grottesca ribellione del maggio del ’68.

Molti potrebbero considerare il suddetto concatenamento di eventi in gran parte casuale; da una prospettiva più ampia, tuttavia, l’intero movimento della controcultura, sia in Oriente che in Occidente, era parte delle disposizioni del Comunismo per compromettere la moralità della società. Le tradizioni e i valori morali lasciati all’uomo dal Cielo  hanno permeato migliaia e migliaia di anni di storia, ma sotto l’impatto devastante di questo movimento comunista a livello globale, hanno subito enormi danni.

Tutti gli sforzi del movimento erano diretti a suscitare il malcontento tra la popolazione per flagellare la società ed eliminare ogni traccia della morale e delle idee tradizionali. Durante la Rivoluzione culturale, la cultura tradizionale cinese, che godeva di 5 mila anni di sviluppo, venne devastata e i cosiddetti ‘quattro vecchi’ vennero attaccati.

Musica Rock dall’Occidente, abuso di droga, liberazione sessuale, aborto, abbigliamento anticonformista e arte d’avanguardia hanno rappresentato nell’insieme un allontanamento dalle norme tradizionali e dalla fede ortodossa. Inoltre, le abitudini sessuali devianti, come l’omosessualità e la promiscuità, sono diventate la normalità, portando a effetti negativi duraturi per tutta la società occidentale. La gloria della cultura divina è stata in gran parte messa a un lato, in Occidente, e così la civiltà occidentale ha perduto la sua lucentezza e il suo splendore.

3. Cultura pop e caos sociale

La sovversione e gli attacchi alla cultura tradizionale hanno permesso agli elementi negativi dell’ideologia anti-tradizionale di filtrare e di portare quindi il caos. I seguenti paragrafi hanno l’intento di svelare fino a che punto queste distorsioni della cultura possano aver danneggiato la società americana e mondiale contemporanea. L’America ha infatti svolto una funzione centrale nel modellare la cultura popolare a livello globale e le produzioni culturali americane hanno avuto un enorme impatto negativo sul mondo. Come già menzionato, alcune nazioni come Cina e Giappone, tradizionalmente conservatrici e con alle spalle una profonda cultura tradizionale, hanno esse stesse trovato irresistibile la cultura popolare distorta degli Stati Uniti e hanno iniziato a emularla. Il risultato è stato il diffondersi nel mondo di una condotta lasciva e sfrenata e di un ethos ribelle, antisociale e amorale, colmo di cinismo, autoindulgenza e degrado.

a. Hip Hop e Rock and Roll

Il proposito della musica tradizionale era quello di civilizzare l’uomo, di metterlo in grado di coltivare la virtù e di aiutare le persone a mantenere la salute sia mentale che fisica. Il risultato è stato il raggiungimento dell’armonia sociale e del comune accordo tra uomo e natura. Un tempo veniva promossa la musica che celebrava la gloria di Dio, mentre la musica atonale, caotica o licenziosa era vista come un qualcosa di terribile. Eppure oggi, la cultura popolare è piena di produzioni musicali corrotte fino all’inverosimile: due esempi eclatanti sono il rock and roll e l’hip hop.

L’hip hop comparve a New York negli anni ’70, iniziando dalle strade e influenzando dapprima le comunità nere, poi quelle latine e giamaicane in America. I cantanti hip hop e i rapper davano voce alla loro insoddisfazione verso la società e la politica attraverso le loro rime; in seguito, diversi residenti nelle comunità più povere, non impegnati in attività produttive, si unirono a loro. L’hip hop, quindi, comprese quelle pratiche associate come la breakdance e i graffiti, è il prodotto della povertà e della noia. I temi principali dei testi di queste canzoni rap sono violenza, armi, pornografia, oscenità, degrado, razzismo e povertà, che vengono tutti glorificati in versi, cantati ritmicamente.

Negli ultimi decenni, il rap e la breakdance sono stati esportati da New York per poi diventare una moda a livello globale. L’hip hop si è inserito nella cultura popolare in Asia, in Europa e in molte città africane. Questa musica, nonostante l’evidente corruzione morale di cui è portatrice, poiché spesso incentrata su promiscuità, uccisione, violenza e droghe, ha ottenuto riconoscimenti a livello globale e viene persino celebrata nei teatri di fama mondiale.

Nel musical di Broadway Hamilton, viene cantata e rappata sul palco la vita di Alexander Hamilton, il primo segretario del Tesoro degli Stati Uniti. Il musical, che è andato in scena al Kennedy Center di Washington D.C per quasi tre mesi, ha rappresentato un successo immediato nel mondo dello spettacolo americano e ha vinto numerosi premi. Lo spettacolo ha fatto registrare il record di incassi ai botteghini di Broadway e i suoi costosi biglietti potevano essere acquistati con prenotazione online ma solo dopo lunghissimi tempi d’attesa[9].

Le origini del rock and roll sono più antiche di quelle dell’hip hop e risalgono agli anni ’40. Come accompagnamento per i suoi testi, il rock and roll richiede l’utilizzo di batteria e chitarra, a differenza dell’hip hop che stabilisce un beat sul quale dovranno essere rappate le rime. Il rock and roll era strettamente legato alla Beat Generation, e numerosi cantanti rock si sono ispirati a essa: i due gruppi spesso interagivano e collaboravano tra loro.

Negli anni ’60, il rock and roll fu la colonna sonora del movimento della controcultura. Chiunque ascoltasse questo genere di musica, veniva trascinato in uno stato d’animo delirante, confuso e irrazionale. Il canto isterico, accompagnato dal suono distorto delle chitarre elettriche e da quello esagerato della batteria, portava il pubblico a indulgere nel desiderio e negli istinti sensuali. La ragione veniva messa da parte mentre l’istinto più demoniaco, che solitamente in mezzo alla società di tutti i giorni risultava controllato, veniva in questo contesto scatenato; in molti casi, gli ascoltatori si consegnavano semplicemente al controllo di forze e spiriti di basso livello.

A peggiorare ulteriormente le cose, l’atteggiamento dominante nel rock è diventato il nichilismo, mentre molti sottogeneri del rock hanno incoraggiato altri comportamenti: il rock psichedelico ha incoraggiato l’uso di droghe e altre forme psichedeliche ancora più oscure inneggiavano alla ribellione, al suicidio, alla violenza e all’omosessualità, o promuovevano la promiscuità, l’adulterio e il rifiuto del matrimonio. I testi, pieni di oscenità e lascivia lodano con fierezza il male e condannano il divino.

Nello specifico, alcune cosiddette superstar del rock, nei loro testi diventati poi popolari, hanno giustificato le molestie sessuali verso ragazze minorenni, il ché ha desensibilizzato il pubblico sul tema degli abusi sessuali e della promiscuità, portandolo al contrario a far sopravvivere queste cose, quasi  fossero diventate normali. Alcuni testi sono pieni di conflitti: «Ehi, ho detto che il mio nome è Confusione/ Griderò e urlerò / Ucciderò il Re / Inveirò contro tutti i suoi servi» (da Street Fighting Man dei Rolling Stones). Una canzone è stata intitolata Sympathy for the Devil [Simpatia per il diavolo, ndt]. Un album di un gruppo rock psichedelico si chiama Their Satanic Majestic Request [La loro maestosa richiesta satanica, ndt]. E ancora, il titolo di una famosa canzone è Highway to Hell [Autostrada per l’inferno, ndt]: «Ehi Satana/ ho pagato i miei debiti… sono sull’autostrada per l’inferno». Alcune canzoni rock elogiano il Socialismo e il Comunismo, come ad esempio la famosa Imagine, che sfida l’ascoltatore a immaginare una società comunista senza paradiso, inferno, religione, nazioni e proprietà privata.

Persino i gruppi religiosi hanno trovato difficile resistere all’impatto negativo del rock and roll: la musica della Chiesa cristiana dovrebbe lodare il Signore e quindi il rock and roll non era minimamente contemplato, visto il suo indulgere nel male. Tuttavia, la crescente popolarità del rock and roll ha portato anche le moderne chiese cristiane ad adottare alcuni elementi dal rock nelle loro canzoni, il tutto allo scopo di attirare un maggior numero di giovani; questi ultimi hanno quindi dato vita alla cosiddetta Musica Contemporanea Cristiana[10].

Il rock and roll approva e condivide tutte quelle cose malsane che esistono nella società, quali adulterio, violenza, degrado, abuso di droga, corruzione; inoltre, si oppone a ogni tipo di fede. In effetti, quei comportamenti corrotti, proibiti dalla morale tradizionale e dalle varie fedi, sono emersi proprio in concomitanza con l’ascesa del rock.

b. Abuso di droga

L’abuso di droga è diventato un problema globale negli ultimi decenni e, in Occidente, le sue radici coincidono con quelle del movimento della controcultura. Gli hippy, nella loro campagna contro la morale borghese, hanno cercato di smantellare tutti i principi tradizionali, al fine di promuovere le proprie convinzioni, il proprio stile di vita e i propri standard morali. I cosiddetti ‘trip’ di Lsd e psilocibina contavano per loro come ‘ricerca spirituale’; usavano anfetamine e cocaina come eccitanti ed eroina e barbiturici come calmanti. Tutte queste droghe nella loro mente dovevano servire a farli uscire dal mondo ordinario e a trasportarli in un altro stato.

Molti giovani membri della controcultura erano davvero interessati alle filosofie orientali e alle pratiche di coltivazione del sé; tuttavia, le sostanze psichedeliche sono diventate per loro una scorciatoia, utile a per trovare una cosidetta “ispirazione”, senza dover sopportare le sfide della vera coltivazione della mente, o derivanti dal dolore fisico durante la meditazione a gambe incrociate. Questi giovani, quindi, si limitavano semplicemente a farsi di acidi, cosa che li avrebbe portati in uno stato confusionale, da loro descritto come “esperienza spirituale”; ma questo non li avrebbe connessi con alcunché di reale. Con tali droghe, in realtà, stavano solo consegnando il loro corpo nelle mani di entità di basso livello: nulla a che vedere con le vere pratiche spirituali ortodosse. La cosa più vergognosa di tutto questo è che queste esperienze hanno rovinato persone che davvero avevano una certa inclinazione spirituale.

Molte star del rock e del pop sono morte intorno ai 20 o 30 anni di età, spesso a causa di overdose. Negli Stati Uniti contemporanei, la guerra più lunga e più dolorosa è probabilmente quella contro la droga. Infatti, nonostante gli Usa si impegnino da decenni ad arrestare e a monitorare milioni di trafficanti e i funzionari governativi abbiano emanato ripetuti avvertimenti sul tema delle droghe, l’uso di droghe illegali rimane ancora un problema rilevante. Dal 2000, più di 300 mila americani sono morti per overdose da oppioidi. Il 26 ottobre del 2017, il presidente Trump ha definito la crisi degli oppioidi un’emergenza sanitaria pubblica e ha delineato le possibili soluzioni al problema[11].

Secondo un documento del 2017 dell’Istituto nazionale americano sull’abuso di droghe per adolescenti (NIDA), l’uso di marijuana tra gli studenti è dilagante: il 45 per cento dei 18enni ha detto di aver fatto uso almeno una volta di marijuana e, tra questi, il 37,1 per cento ne aveva fatto uso durante l’anno precedente. Il 71 per cento degli studenti più grandi delle scuole superiori ha affermato che l’utilizzo frequente di marijuana sia innocuo e che non porti alcuna conseguenza negativa[12].

I giovani fanno uso frequente di ecstasy e marijuana, a tal punto da ritenerla una cosa normale; al contempo, nuove sostanze stupefacenti sempre più forti si stanno diffondendo nella società. Il fentanil, ad esempio, è molto più forte dell’eroina: una dose mortale di eroina di 30 milligrammi equivale a soli 3 milligrammi di fentanil[13]. Il fentanil è stato perfino definito un’arma chimica; eppure, tali droghe distruttive si stanno diffondendo nelle strade americane a un ritmo terrificante e uccidono molte più persone rispetto ad altri oppioidi, dal momento che è più facile sbagliare la dose e morire quindi di overdose.

Secondo il NIDA, nel 2016, tra le 65 mila persone che sono morte di overdose in quell’anno, 20 mila sono decedute a causa del fentanil[14]. Il contrabbando di fentanil dalla Cina è stato ampiamente dimostrato: nel luglio del 2018, le autorità portuali di Filadelfia stavano effettuando un’ispezione di routine quando hanno scoperto e sequestrato 50 chilogrammi di fentanil provenienti dalla Cina, dal valore di un milione e 700 mila dollari[15].

Anche in Cina l’abuso di droga sta diventando uno dei cancri della società: la produzione e l’abuso di droghe, in particolar modo di quelle sintetiche, è ormai fuori controllo, così come la vendita di stupefacenti online. Secondo un documento della Commissione Statale Cinese per il Controllo dei Narcotici, il numero di persone che fa  uso di sostanze illegali ha superato i 14 milioni. Tuttavia, il dato reale è probabilmente maggiore, dal momento che tra i consumatori di droga ci sono anche sempre più impiegati, liberi professionisti, persone nel campo dello spettacolo e dipendenti pubblici[16].

Il Resoconto sulla Situazione dei Narcotici in Cina del 2017, reso noto dalla Commissione Statale per il Controllo dei Narcotici, mostra come i dipartimenti di polizia anti-droga cinesi abbiano risolto 140 mila casi di droga, fermato 5 mila 534 gruppi di narcotrafficanti, arrestato 169 mila sospetti trafficanti, sequestrato 89,2 tonnellate di droga ed effettuato 870 mila raid, che a loro volta hanno portato alla scoperta di altri 340 mila consumatori di droga[17].

Le droghe possono far perdere il senno alle persone e stimolano di molto la dipendenza; la gente perde spesso la vita a causa di un’overdose, o finisce per perdere  la propria famiglia e carriera e sabotare le proprie relazioni sociali. Alcuni possono diventare anche dei criminali. L’uso e il traffico di droghe danneggiano gli individui, le famiglie e l’intera nazione: per questo il problema della droga è diventato un altro dei fenomeni oscuri che affliggono la società moderna.

c. Pornografia

Di tutte le forme di rivoluzione volute dai comunisti, la più radicale è probabilmente la rivoluzione sessuale. Se la presa del potere politico aveva infatti visto una rivoluzione contro le componenti materiali della società, la liberazione sessuale rappresenta la rivoluzione comunista istigata nell’uomo, dall’interno.

Il pansessualismo di Freud considera che tutti i desideri e gli interessi umani siano originati e motivati dall’istinto sessuale. Questa teoria ha fornito le basi teoriche per la liberazione sessuale, mentre la comparsa dei contraccettivi orali ha cominciato a separare i concetti di sesso e di riproduzione. La rivoluzione sessuale ha colpito la morale tradizionale, portando avanti e promuovendo il femminismo radicale, l’aborto, il sesso prematrimoniale e il movimento omosessuale. Tutto questo ha avuto un enorme e terribile impatto sull’ordine sociale stabilito per l’uomo da Dio e ha portato con sé numerosi mali sociali.

La liberazione sessuale ha instillato e poi stabilito l’idea distorta che il sesso ricreativo e il commercio sessuale siano dei diritti umani fondamentali; ha distrutto l’etica e le restrizioni sessuali tradizionali, trasformando il sesso in un gioco o in una forma di intrattenimento e ha trasformato gli esseri umani in semplici strumenti sessuali, permettendo alla pornografia di infiltrarsi nella società e di sabotarla.

Negli anni ’50, la rivista Playboy svolse un ruolo altamente dannoso nella diffusione dell’indulgenza sessuale e fece della pornografia stessa un business. Nel 1969, mentre lo slogan «fate l’amore, non fate la guerra» andava di moda, in un clima generale antiguerra, uscì nelle sale il primo film per adulti Blue Movie. Da lì in poi, in Occidente, nel corso di un periodo durato 15 anni (1969-1984), vennero pubblicati una serie di “porno chic”, accompagnati dalla musica rock e dal rifiuto di ogni tipo di tradizione.

La dimensione che l’industria della pornografia ha raggiunto al giorno d’oggi è allarmante: in tutto il mondo rappresenta un business di 100 miliardi di dollari all’anno, di cui 10-12 miliardi solamente negli Stati Uniti [18]. Negli anni ’70, i film porno erano visibili solamente negli squallidi cinema per adulti. Negli anni ’80, però, il VHS portò la pornografia anche nelle case di milioni di famiglie, mentre la diffusione di internet a fine anni ’90 prima, e l’era degli smartphone poi, hanno reso la pornografia accessibile per chiunque, on demand.

L’industria del porno in Giappone è già stata normalizzata ed è diventata parte della società: dagli scaffali dei supermercati pieni di riviste e fumetti per adulti, ai programmi televisivi notturni con attori porno. Le attrici pornografiche vengono presentate come idoli per i giovani adolescenti e appaiono apertamente in televisione. L’industria del porno giapponese ha generato una pesante influenza negativa in tutta l’Asia.

L’avvento di internet e degli smartphone ha portato enormi cambiamenti all’industria del porno: tutto il contenuto pornografico al quale un adulto poteva essere esposto negli anni ’80, può adesso essere visto da un bambino in pochi minuti. In passato i bambini giocavano a pallone o ad altri giochi dopo esser tornati da scuola; oggi guardano il porno. Un ragazzino britannico di 12 anni era diventato così dipendente dal porno online da stuprare sua sorella[19]. Un pubblico ministero coinvolto nel caso ha affermato: «Casi come questi saranno sempre più frequenti in tribunale, perché oggi i ragazzi possono accedere facilmente alla pornografia hardcore».

Tra le conseguenze che la pornografia ha sui bambini si notano una dipendenza da comportamenti sessuali, lo sviluppo precoce dell’interesse sessuale e dell’attività sessuale stessa, l’aumento della frequenza dei crimini sessuali, i valori morali degenerati, la convinzione che il sesso non sia correlato al matrimonio e alle relazioni, e che invece sia semplicemente un servizio che possa essere acquistato su richiesta, la credenza che il comportamento sessuale a cui si assiste nell’ambito del porno sia comune e la normalizzazione di tale depravazione sessuale e perversione.

Nella maggior parte dei Paesi europei, la prostituzione è legale e molti europei la considerano semplicemente un lavoro come un altro. Nel 1969, la Danimarca diventò il primo Paese a legalizzare la prostituzione. La Norvegia, che in passato aveva le leggi più severe in tutta Europa sulla prostituzione, l’ha legalizzata nel 2006[20]. L’acquisto di sesso in Danimarca può talvolta persino essere sovvenzionato dal governo; ad esempio, se una persona disabile invia una richiesta e questa viene approvata, potrà far visita a un bordello mentre un contribuente ne sta pagando il conto, al fine di proteggere i suoi «uguali diritti»[21]. Questa idea venne in realtà sostenuta per la prima volta nel XIX secolo da Charles Fourier, fondatore del Socialismo utopico.

La Cina, una società che ha sempre posto l’enfasi sull’astinenza e sulla moderazione e dove persino il discutere di questi argomenti era tabù, è diventata anch’essa sostenitrice delle rivoluzioni sessuali. Di tutte le politiche che il PCC ha presentato nel suo pacchetto di riforme e di apertura, quella che ha avuto più “successo”  ̶ molto più dell’apertura del sistema politico o economico ̶ deve essere stata la liberazione sessuale. Nell’arco di 30 anni c’è stata una trasformazione totale, dalla «disciplina rivoluzionaria» alla «liberazione sessuale». La prostituzione è inoltre dilagante in Cina: più amanti un ricco uomo d’affari (o un funzionario corrotto) può vantare, più alto è considerato il suo status sociale.

La Cina è considerata la fabbrica del mondo, ma esporta anche un gran numero di prostitute in diverse aree, tra cui Giappone, Malesia, Medio Oriente, Stati Uniti, Europa e Africa. Delle stime del 2018 suggeriscono che nei Paesi sub-sahariani e sudafricani siano presenti dalle 13 mila alle 18 mila 500 prostitute cinesi[22].

I Paesi del sud-est asiatico e quelli sudamericani non fanno differenza. Molte città di queste aree sono infatti tra le principali destinazioni del turismo sessuale, un fenomeno che, sebbene illegale, si è diffuso talmente tanto da contribuire alla crescita economica di questi Paesi. Persino nei Paesi islamici come Egitto, Tunisia, Sudan e in altri Paesi musulmani, l’industria del porno  ̶ proibita dall’Islam ̶ opera segretamente a pieno regime.

La conseguenza più diretta di una società inondata dalla pornografia è la distruzione della famiglia e del matrimonio: non a caso viene chiamato «il silenzioso assassino della famiglia». Visionare materiali pornografici causa disinteresse nelle sane relazioni familiari e, appagando i desideri lussuriosi delle persone, porta queste ultime a sentire l’urgente bisogno di attività sessuale, che spesso può essere soddisfatto solo attraverso relazioni extraconiugali o altre cose peggiori[23].

Durante un’audizione al Senato americano nel 2004, il dott. Pat Fagan ha presentato dei dati che mostrano come nel 56 per cento dei casi di divorzi, uno dei due partner mostrasse un forte interesse per i siti web pornografici[24].

Un documento di ricerca presentato durante l’incontro annuale dell’Associazione Sociologica Americana nel 2016 osserva che i casi divorzi in cui uno dei due partner guarda materiale pornografico sono il doppio rispetto a quelli in cui nessuno dei due partner vi si interessa. La ricerca mostra inoltre che se a guardare il porno è il marito, il tasso di divorzio aumenta dal 5 al 10 per cento, mentre se a guardarlo è la moglie, il tasso di divorzio cresce dal 6 al 18 per cento. Più è bassa l’età degli individui coinvolti, più probabile è il divorzio[25].

Prima degli anni ’50, tutti i Paesi, occidentali e orientali, consideravano il sesso prematrimoniale come un qualcosa di indecente e come una violazione dei comandamenti che Dio aveva lasciato all’umanità. Pressione sociale e opinione pubblica lavoravano assieme per sopprimere tali attività. Se un giovane uomo e una giovane donna concepivano un bambino prima del matrimonio, ci si aspettava da parte loro che se ne assumessero le responsabilità, sposandosi e crescendo il bambino insieme come famiglia. A quel tempo la maggior parte delle persone pensava infatti che se un uomo avesse messo incinta una donna, il minimo che avrebbe potuto fare sarebbe stato di sposarla[26]. L’idea era che una volta commesso un errore, ci si doveva assumere la responsabilità dello stesso.

Tuttavia, dagli anni ’60, il degrado morale e l’ascesa della liberazione sessuale hanno fatto sì che le gravidanze fuori dal matrimonio aumentassero drasticamente e tutto questo è avvenuto proprio mentre l’industria del porno ha iniziato ad avere un maggior impatto sulla coscienza pubblica. Nel 1964, nei Paesi più sviluppati, le gravidanze prima del matrimonio erano in genere inferiori al 10 per cento; nel 2014 erano invece quasi un terzo di tutte le gravidanze. Negli Stati Uniti, le gravidanze prematrimoniali raggiungevano in media il 40 per cento e il 71 per cento solo fra gli afroamericani. Tra i 140 milioni di neonati nel 2016, circa il 15 per cento (21 milioni) vengono da gravidanze prematrimoniali[27].

Famiglie monogenitoriali, gravidanze prematrimoniali e divorzi sono spesso associati alla povertà; tali famiglie aumentano quindi il peso retto dal sistema di assistenza sociale.

d. Videogiochi

Molti bambini oggi trascorrono ore e ore davanti ai videogame e gli sviluppatori rendono i videogiochi sempre più realistici, dinamici e interattivi. Tuttavia inseriscono in essi anche contenuti sempre più violenti ed erotici. Il risultato è che i bambini, ma anche gli adulti, sono sempre più dipendenti dai videogiochi, al punto che questi sono diventati motivo di grande preoccupazione per i genitori, le scuole e persino per il governo. I videogiochi rappresentano oggi una forma di cultura popolare che accompagna l’individuo dall’infanzia all’età adulta. Tuttavia, di che tipo di cultura si tratta? È in realtà una cultura distruttiva, non diversa dalle droghe. Le persone dipendenti dai videogiochi non possono vedere in maniera sobria e obiettiva gli svantaggi che questi comportano. Vedono i videogiochi semplicemente come una forma di svago, sono attratti da essi e non si arrendono finché non vincono o avanzano al livello successivo, sconfiggendo il mostro finale o cose simili.

Inoltre, quasi tutti i videogiochi di oggi, dalle immagini alla trama, sono votati alla crudeltà e parlano di violenza, uccisioni, o hanno contenuti erotici. In altre parole, i messaggi trasmessi sono diretti alla parte negativa dell’essere umano. Tutto questo è inappropriato e dannoso per gli adolescenti e i ragazzi che si trovano ancora in fase di crescita. I videogiochi associano infatti all’atto dell’uccidere, alla distruzione, alla violenza e al combattere un corrispondente senso di eccitazione e questo può avere come effetto quello di desensibilizzare i giovani su questi temi, incoraggiandoli ad avere pensieri e comportamenti non salutari, o persino a commettere dei crimini nella vita reale.

I giochi online trasmettono ancora più dipendenza; in passato le persone ricorrevano ai videogiochi per passare il tempo quando erano sole e si sentivano annoiate. Oggigiorno, i giocatori online stanno tutto il tempo a giocare e a cercare qualcuno da sfidare: i videogiochi online sono per loro diventati un’attività sociale a tutti gli effetti e questo è vero in particolar modo per i bambini. Visto che al gioco online si connettono un gran numero di utenti nello stesso momento, i giocatori competono e si sfidano tra loro e si immergono completamente nel mondo virtuale del videogioco.

Enormi quantità di energie e capitali vengono spesi in tali giochi e i bambini che non giocano potrebbero persino essere considerati quelli ‘strani’, nella loro cerchia di amicizie. Per questo, quasi contro il loro volere, i genitori sono costretti a permettere ai propri figli di unirsi a queste comunità di gaming online e non possono far altro che rimanere a guardare il proprio figlio sviluppare una dipendenza. I videogiochi occupano quel tempo che dovrebbe essere utilizzato per lo studio, per le attività all’aria aperta e per le interazioni interpersonali, così bambini e ragazzi diventano schiavi dei  videogiochi.

Uno studioso ha condiviso una sua esperienza diretta, che è molto tipica: suo figlio di 12 anni era stato autorizzato a giocare ai videogiochi per solo qualche ora durante il weekend, dopo aver finito i suoi compiti. Tuttavia, se gli veniva permesso di fare come voleva, giocava ai  videogiochi per quasi tutto il tempo, saltando doccia e pasti pur di continuare. L’esperimento di questo studioso ha mostrato come i videogiochi arrivino a occupare e a dominare tutto il tempo libero dei giovani di oggi. I giovani adulti, in particolar modo quelli con basso reddito e con più bassi livelli di istruzione, hanno trovato nei videogiochi la loro felicità, riducendo il tempo che dedicano al lavoro e al mondo reale[28].

Questo è un fenomeno comune negli Stati Uniti e in altri Paesi sviluppati.Lo studioso in questione ha evidenziato un’altra tendenza, secondo cui nella società odierna i  videogiochi portano i giovani adulti a fare affidamento sui loro genitori per farsi sostenere economicamente, mentre si rifiutano di entrare nel mercato del lavoro. Quando questi giovani diventano a loro volta dei genitori, tuttavia, si accorgono che i videogiochi non li aiutano a guadagnarsi da vivere, ed è improbabile che a quel punto possano migliorare le loro abilità o trovarsi un lavoro migliore, dal momento che hanno sprecato troppo tempo della loro vita a giocare quando erano giovani. I loro figli, a loro volta, non saranno in grado di fare affidamento sui propri genitori. I videogiochi sono quindi arrivati al punto di compromettere la normale vita umana.

I  videogiochi sono droghe “intangibili”: sono diversi dalle droghe pesanti come l’eroina, che è vietata in tutto il mondo, poiché lo sviluppo di  videogiochi è invece un settore piuttosto grande e considerato legittimo. Quindi, a che conseguenze porta tutto questo? Le aziende stanno producendo quel tipo di droga che distruggerà la prossima generazione e le nazioni che accolgono i  videogiochi stanno sabotando il loro stesso futuro.

L’emergere di internet e dei telefoni cellulari ha aperto un mercato ancora più ampio per l’industria dei videogiochi. L’ultima relazione ufficiale sul mercato dei videogiochi rilasciata dalla società di ricerche Newzoo nell’aprile del 2018 ha previsto che nel 2018 i giocatori di tutto il mondo avrebbero speso 137,9 miliardi in videogiochi: un incremento del 13,3 per cento rispetto all’anno precedente. Più della metà di tutti i ricavi provenienti dal gaming verranno dal mercato del mobile. I ricavi provenienti dai giochi online arriveranno al 91 per cento del mercato globale dei videogiochi.

La relazione ha predetto anche che il mercato dei videogiochi manterrà una crescita a doppia cifra nel prossimo decennio. Mentre il tasso di crescita del PIL di molti Paesi è alle prese con singole cifre basse, l’industria dei videogiochi continua la sua avanzata. Si prevede inoltre che il solo mercato dei giochi su mobile raggiungerà i 100 miliardi entro il 2021 e che i primi tre Paesi nel mercato globale di videogiochi saranno Cina, Stati Uniti e Giappone, con la Cina che rappresenterà il 28 per cento del mercato globale[29].

Le persone che credono in Dio dovrebbero sapere che Dio ha creato l’uomo, stabilendo per lui anche i modi in cui dovrebbe vivere, comprese le forme appropriate di intrattenimento. Quando il genere umano cammina su un sentiero retto riceverà la liberazione, ma quando l’uomo volta le spalle a Dio e segue un sentiero diabolico, verrà abbandonato e cadrà quindi in rovina.

I giochi tradizionali, incluse le attività sportive e altre attività all’aria aperta, sono limitati dall’ambiente naturale, dalle condizioni meteo, dall’attrezzatura e dallo sforzo fisico. Chi vi partecipa di solito non sviluppa alcun tipo di dipendenza. I videogiochi non hanno questo genere di limiti naturali: per questo i giocatori vengono attirati dal mondo virtuale e si immergono in esso senza sosta, passando notti insonni. Questo, aggiunto al fatto che raramente questi giochi hanno qualcosa di edificante da insegnare, comporta che chi ci gioca venga trascinato sempre più sotto l’influenza di fattori negativi.

e. Cultura della violenza

In America, dal 1960 al 2016, la popolazione totale è aumentata dell’1,8 per cento, e il numero totale di crimini è cresciuto di 2,7 volte, mentre quello di crimini violenti è cresciuto di 4,5 volte[30].

Cinquant’anni prima della sparatoria alla University of Texas Tower, avvenuta nel 1966, c’erano state solo 25 sparatorie di massa, ovvero sparatorie nelle quali erano state uccise quattro o più persone. Dal 1966, le sparatorie di massa sono diventate sempre più letali e scioccanti col passare del tempo[31]: dalla sparatoria di massa di Killeen in Texas nel 1991, che ha causato 23 vittime, al massacro di Las Vegas nel 2017 dove sono state uccise 58 persone.

Gli incidenti di natura terroristica sono aumentati da 650 all’anno nel 1970, a 13.488 nel 2016: venti volte tanti. Dall’attentato terroristico dell’11 settembre 2001, gli attentati terroristici sono aumentati del 160 per cento[32].

La violenza nel mondo reale rispecchia in scala maggiore quello che si sperimenta nella vita quotidiana: nelle nostre vite di tutti i giorni si è insinuata una cultura della violenza. Non è solo la musica chiassosa dell’heavy metal a essere colma di riferimenti violenti, ma anche la maggior parte dei film e dei programmi televisivi e persino i videogiochi. Molte produzioni cinematografiche e televisive ritraggono la mafia, le bande criminali e i pirati in una luce positiva, rendendo questi stereotipi negativi al contrario attraenti e rispettabili, al punto che le persone non solo non sentono più alcun tipo di repulsione nei loro confronti, ma hanno iniziato a sognare di unirsi a bande di quel genere e di commettere crimini.

La comparsa dei videogiochi ha fornito alle persone un ulteriore canale per glorificare la violenza: un canale interattivo, che permette ai giocatori stessi di impiegare la violenza nel mondo virtuale del  videogiochi. Mentre attraverso film e televisione avviene un indottrinamento unidirezionale alla violenza, con i videogiochi le persone sperimentano esse stesse la violenza, interagendo con scene di ogni genere, da teste decapitate ad arti smembrati con schizzi di sangue dappertutto: un superamento dei confini di cinema e televisione.

In uno studio condotto nel 2013, i ricercatori hanno analizzato alcuni film prodotti dal 1985 al 2012 e hanno scoperto che nell’arco di questi anni, la quantità di violenza armata nei film vietati ai minori di 13 anni è raddoppiata [33]. A questo è seguito un altro studio che ha rivelato come questo trend sia continuato ancora fino ai nostri giorni[34]. Nel 2008, il Pew Research Center ha scoperto che il 97 per cento dei giovani tra i 12 e i 17 anni giocava ai  videogiochi e che due terzi di loro giocavano a videogiochi con contenuti violenti[35].

Di fronte al problema dell’aumento della violenza nella società, gli esperti, gli studiosi e il pubblico in generale continuano a proporre teorie e soluzioni: dall’imporre restrizioni più severe attraverso leggi sempre più dure, al fornire alle persone un sostegno psicologico. Ma attuare queste soluzioni sarebbe come potare i rami di un albero velenoso senza toccarne le radici.

Incoraggiando deliberatamente la saturazione della cultura popolare con violenza e criminalità, gli elementi comunisti stanno facendo sì che sempre più persone risultino desensibilizzate a questo tipo di contenuti, stimolando persino le persone a imitarli e a porre la violenza al centro della realtà sociale. Avendo corrotto e distrutto la cultura tradizionale e alterato il senso della moralità nelle persone, il Comunismo sta allontanando le persone dal divino, portandole a perseguire le soddisfazioni dei loro illimitati desideri materiali. Questa è la vera causa alla base dei problemi della società.

f. Moda decadente

Sulla superficie della società di oggi, le varie forme bizzarre di abbigliamento, comportamento e altri elementi comuni della cultura popolare, sembrano provenire dalla ‘libertà di espressione’ e dalla ‘moda del momento’, ma in realtà c’è di più. Risalendo alla radice di questi fenomeni, diventa chiaro come tutte queste cose siano supportate da elementi negativi. Col passare del tempo, tuttavia, le persone si sono semplicemente abituate a queste cose e hanno smesso di trovarle strane, così si è iniziato ad accettare questi fattori negativi e a considerarli parte della vita quotidiana. Di seguito alcuni esempi concreti.

Nella società odierna siamo abituati a vedere donne con capelli corti, a caschetto. Lo stile proviene dalle flapper degli anni ’20 in Occidente. Influenzate dalla prima ondata del movimento per i diritti delle donne e dal movimento per la liberazione sessuale [vedi Capitolo 7], le donne flapper indossavano vestiti corti, portavano un taglio di capelli corto, ascoltavano jazz, si truccavano in modo eccessivo, bevevano vini molto forti ed erano disinvolte sul tema del sesso. Portare i capelli corti era una maniera per loro di esprimere il proprio disprezzo per i ruoli tradizionali di genere e per sostenere l’emancipazione femminile.

Nel periodo in cui quel tipo di acconciatura era popolare, una famosa cantante d’opera dichiarò: «Il caschetto è uno stato d’animo e non solo una nuova acconciatura sulla mia testa […] Considero l’essersi liberate dei capelli lunghi una delle tante piccole catene da cui le donne si sono liberate nel loro passaggio alla libertà[36]».  Durante la Grande Depressione degli anni ’30, questa acconciatura venne gradualmente abbandonata. Tuttavia, negli anni ’60, quando tornò di moda la ribellione contro le norme tradizionali, riapparve anche questo taglio di capelli corto per le donne.

Allo stesso modo, la lunga chioma degli uomini di quegli anni era ispirata ai beatnik e agli hippy[37]. Sebbene gli uomini portassero i capelli lunghi anche nei tempi antichi, in Occidente l’uomo portava i capelli corti già dai tempi della Prima Guerra Mondiale. Negli anni ’60, il movimento della controcultura promuoveva i capelli lunghi per gli uomini come forma di ribellione.

Negli anni ’20 e negli anni ’60, la società principale non tollerava che i giovani si vestissero in maniera anti-tradizionale; con il tempo tuttavia, le persone si sono abituate alle mode ‘anti-tradizionali’ e dal punto di vista dei progressisti, questo sarebbe dovuto a una maggiore tolleranza sociale. Nelle tradizioni orientali e occidentali, tuttavia, le differenze tra uomo e donna non si riflettevano solamente nel corpo fisico e nei loro differenti ruoli nella società e in famiglia, ma anche nel loro modo di vestirsi, nell’acconciatura, nel modo di parlare e nelle maniere.

Oltre ad aver disintegrato le distinzioni tra classi nella società, il Comunismo mira anche ad eliminare le distinzioni sociali tra uomo e donna. Allo stesso modo, i movimenti omosessuali e femministi utilizzano lo slogan «uguaglianza» per sfocare il confine delle differenze di genere nei ruoli sociali e familiari. Le tendenze della moda androgina confondono ancora di più il confine e invertono i modi di vestire maschili e femminili. Questi fattori non servono ad altro che a preparare la strada per un’accettazione sociale ancora più ampia di quei fenomeni che tradizionalmente venivano considerati devianti, come le pratiche sessuali e gli stili di vita deviati e contribuiscono a minare ulteriormente la morale tradizionale.

Per migliaia di anni, in Oriente e in Occidente uno dei fondamenti di base della moralità tradizionale è stato costituito dalle differenze tra uomo e donna e l’idea che maschile e femminile, yin e yang, avessero i loro rispettivi posti. Il Comunismo ha invertito i principi yin e yang degli esseri umani, con l’obiettivo di corrompere la morale, generare egocentrismo e incoraggiare l’abbandono delle norme tradizionali.

Considerato questo suo scopo diabolico, si può comprendere allora che i cambiamenti nell’abbigliamento, se da un lato possono sembrare alla moda e popolari, dall’altro sono in realtà pensati per compromettere il modo di essere del genere umano.

Ad esempio, la popolarità dei pantaloni a vita bassa, considerati oggi sexy da coloro che cercano di apparire alla moda, è in realtà una forma velata di corruzione della moralità umana. I loro predecessori erano gli hip-huggers, divenuti popolari durante la controcultura degli anni ’60 e diffusi nelle discoteche degli anni ’70. Dai pantaloni a vita bassa poi, si è arrivati agli indecenti “bum pants”, ovvero dei pantaloni che esponevano direttamente i glutei[38].

Un altro segnale di decadenza culturale è il fenomeno “groupie”, molto popolare tra i giovani, nonché altro sottoprodotto della controcultura. Negli anni ’60, la musica rock era molto popolare in Occidente e alcune giovani ragazze ossessionate dai loro idoli li seguivano nei loro concerti, formando gruppi di fan che fornivano servizi sessuali ai cantanti, compreso il sesso di gruppo[39]. Queste giovani donne divennero così vittime di una moda passeggera.

Altri oggi ammirano le star che sostengono di abbattere le barriere tra sessi e tra queste si vedono cantanti maschi che si comportano in modo effeminato e viceversa. Tutto questo serve per destabilizzare la cultura popolare e offuscare la distinzione tra uomo e donna.

Esiste inoltre un’altra sottocultura di moda, ovvero quella punk. Come il movimento hippy, anche quello punk si ribella contro la tradizione e promuove il nichilismo. La maggior parte degli hippy erano giovani ribelli appartenenti a famiglie del ceto medio, mentre il punk è più tipicamente una ribellione delle classi più povere contro le tradizioni sociali. Per questo, anche molte band punk difendono il Socialismo [40]. Per esprimere i loro atteggiamenti anti-tradizionalisti, i punk esibiscono spesso bizzarre pettinature, compreso il taglio alla mohawk, o indossano vestiti stracciati pieni di spuntoni e fibbie. Si tingono i capelli, hanno il corpo ricoperto di tatuaggi e piercing e talvolta espongono parti del corpo solitamente tenute nascoste. I punk spesso non fanno distinzioni di genere nel loro modo di vestire: alcune donne indossano vestiti maschili e viceversa. La cultura punk ha influenzato molte delle attuali tendenze della moda.

I punk sostengono inoltre l’edonismo, infatti uno dei loro slogan più popolari recita: «Vivi al massimo, muori giovane e lascia di te un bel cadavere». Questo riflette pienamente la tragedia della perdita della fede in Dio e dell’essere stati ingannati in un abisso di edonismo e materialismo. Gli individui e la società dovrebbero sentirsi allarmati dalla sola esistenza di questo triste nichilismo, ma non ci fanno caso.

Oltre a questo, la società odierna ha assistito a un susseguirsi di ogni sorta di fenomeni caotici e senza senso, come la messa in mostra di immagini spettrali o demoniache sui vestiti e nei video musicali, la scelta di rappresentare immagini mostruose nei tatuaggi,  la produzione di giocattoli o ornamenti grotteschi per bambini, le opere di letteratura, i film e la televisione piene di demoni, fantasmi e altre cose horror soprannaturali che piacciono molto al pubblico. Inoltre, internet è pieno di contenuti nichilisti e distruttivi e i tifosi di calcio, per fare un altro esempio, si lasciano spesso coinvolgere in risse e azioni rivoltose, scatenando il caos. Tutti questi segni di decadenza ci dicono che esistono vere e proprie forze negative che dominano e influenzano la società nel suo complesso.

Conclusione

Ognuno ha il diritto di perseguire la felicità, ma questo deve essere fatto attenendosi a determinati parametri morali. L’eccessiva ricerca del piacere, oltre i normali limiti, porta inevitabilmente sofferenza, calamità e dolore.

La cultura tradizionale dell’umanità non proibisce la sobria soddisfazione del desiderio. Tuttavia, la cultura tradizionale insegna anche alle persone a controllare i loro desideri e a scegliere uno stile di vita sano. L’idea è di  rimanere in armonia con la natura, avere un lavoro tradizionale e mantenere relazioni familiari armoniose, mentre si vive in una società civile sana, dove si è liberi di scegliere il proprio governo e di partecipare attivamente alla gestione dello Stato. La cultura tradizionale include ovviamente anche le arti e la letteratura tradizionale, lo sport e l’intrattenimento. Tutte queste cose portano felicità e soddisfazione alle persone e allo stesso tempo sono di beneficio per il corpo e la mente dell’individuo, così come per la società in generale.

L’obiettivo ultimo del Comunismo, tuttavia, è distruggere il genere umano. Per arrivare a questo, deve passare necessariamente per una fase di corruzione della moralità, eliminando Dio dalla cultura umana. L’obiettivo, quindi, a prescindere dal regime politico, è quello di infondere nella cultura popolare e negli stili di vita la negatività e l’oscurità. Negli ultimi decenni, in Occidente e in Oriente è stata creata proprio questo tipo di cultura popolare e la follia della società moderna ha portato molte persone ad abbandonare la cultura e la morale tradizionali. Le persone indulgono nei loro desideri e perseguono il piacere senza limiti. Egocentrismo, edonismo e nichilismo sono comunemente accettati, o vanno persino di moda. Questa è la cultura alla guida del mondo odierno: gli esseri umani hanno dimenticato il vero proposito della loro esistenza.

Sesso, droga, rock e videogiochi stimolano i desideri, ingigantendoli. Molti si abbandonano a queste cose per evadere dalla miseria e dalle delusioni della vita, ma non si fermano mai a riflettere. Queste dipendenze portano solo una soddisfazione momentanea, che sarà seguita da ancora più dolore e sofferenze. L’abuso di droga può provocare malattie, disturbi della personalità e morte; le relazioni sessuali casuali distruggono la famiglia, portando le persone a perdere fiducia e quel senso di calore umano; i videogame fanno perdere le persone in un mondo fittizio. Le persone coinvolte in queste dipendenze credono di divertirsi e che sia tutto un gioco, ma, in realtà, vengono semplicemente sfruttate da forze esterne, mentre l’unica cosa che le attende è la morte fisica e il decadimento spirituale.

Lo stesso è vero per le società e le nazioni. Quando un gran numero di persone diventa dipendente dal desiderio e dal piacere, il disastro è alle porte.

Dio ha creato il genere umano e ha dato a ciascun individuo il libero arbitrio. Le persone non dovrebbero abusare delle loro libertà, continuando a percorrere il sentiero della degenerazione. Al contrario, dovrebbero fare buon uso di quella libertà e scegliere di ritornare alla cultura tradizionale e al modo tradizionale di vivere. Dio si è sempre curato dell’uomo e l’ha sempre protetto. Tuttavia, se il genere umano possa o meno ritornare sul giusto sentiero dipende interamente dalla scelta di ognuno.

Capitolo 13Capitolo 15
Note bibliografiche

[1] “George Washington’s Rules of Civility and Decent Behavior in Company and Conversation”, Foundations Magazine, http://www.foundationsmag.com/civility.html.

[2] Benjamin Franklin, The Autobiography and Other Writings on Politics, Economics, and Virtue (Cambridge: Cambridge University Press, 2004), 68–69.

[3] Xue Fei, “‘Se manca un dio lo costruiamo’: Caos al tempio della nonna di Hebei”, The Epoch Times edizione cinese, 10 agosto 2017, http://www.epochtimes.com/gb/17/8/9/n9513251.htm [In cinese].

[4] “Oxford Dictionary Adds Popular Chinese Terms”, China Daily, 6 settembre 2010, http://www.chinadaily.com.cn/business/2010-09/06/content_11259791.htm.

[5] Loretta Chao, “The Ultimate Knock-Off: A Fake Apple Store”, The Wall Street Journal, 21 luglio 2011, https://blogs.wsj.com/chinarealtime/2011/07/21/the-ultimate-knock-off-a-fake-apple-store/.

[6] Jack Kerouac, “The Birth of a Socialist”, Atop an Underwood: Early Stories and Other Writings (New York: Penguin, 2000).

[7] Roberto Franzosi, revisione di “Power and Protest: Global Revolution and the Rise of Détente”, di Jeremi Suri, American Journal of Sociology, 111 (5), 1589.

[8] Meredith Box e Gavan McCormack, “Terror in Japan”, The Asia-Pacific Journal: Japan Focus, 2 (6), 25 giugno 2004, https://apjjf.org/-Meredith-Box–Gavan-McCormack/1570/article.pdf.

[9] Georgia Wallen, “The Seven Stages of the ‘Hamilton’ Kennedy Center Queue”, The Washington Post, 30 marzo 2018, https://www.washingtonpost.com/opinions/the-seven-stages-of-the-hamilton-kennedy-center-queue/2018/03/30/c1ae15fc-31f8-11e8-8bdd-cdb33a5eef83_story.html.

[10] Amy D. McDowell, “Contemporary Christian Music”, Oxford Music and Art Online, https://doi.org/10.1093/gmo/9781561592630.article.A2234810.

[11] “The Opioid Crisis”, https://www.whitehouse.gov/opioids/.

[12] Drug Facts: Marijuana, National Institute on Drug Abuse for Teens, https://teens.drugabuse.gov/drug-facts/marijuana.

[13] Allison Bond, “Why Fentanyl Is Deadlier than Heroin, in a Single Photo”, Stat News, 29 settembre 2016, https://www.statnews.com/2016/09/29/why-fentanyl-is-deadlier-than-heroin/.

[14] “Overdose Death Rates”, National Institute on Drug Abuse, settembre 2017, https://www.drugabuse.gov/related-topics/trends-statistics/overdose-death-rates.

[15] Amanda Hoover, “110 Pounds of Fentanyl Seized at Port in Shipment from China”, New Jersey, 2 luglio 2018, https://www.nj.com/news/index.ssf/2018/07/110_pounds_of_fentanyl_found_in_philadelphia_port.html.

[16] “Studio sulle droghe in Cina: oltre 14 milioni di consumatori di droga a livello nazionale”, BBC in lingua cinese, 24 giugno 2015,  http://www.bbc.com/zhongwen/simp/china/2015/06/150624_china_drugs_report. [In cinese]

[17] Zhang Yang, “”Studio sulla situazione della droga in Cina nel 2017: risolti 140 mila casi di reati per droga in tutta la Cina”, People’s Daily Online, 26 giugno 2018. http://yuqing.people.com.cn/n1/2018/0626/c209043-30088689.html. [In cinese]

[18] “Things Are Looking Up in America’s Porn Industry”, NBC News, 20 gennaio 2015, https://www.nbcnews.com/business/business-news/things-are-looking-americas-porn-industry-n289431.

[19] “Boy, 12, Repeatedly Raped Sister after Becoming Fascinated with Internet Porn”, New Zealand, 7 novembre 2016, https://www.nzherald.co.nz/world/news/article.cfm?c_id=2&objectid=11743460.

[20] Lars Gravesen, “Taxpayers Foot Bill for Disabled Danes’ Visits to Prostitutes”, Telegraph, 2 ottobre 2005,  https://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/denmark/1499735/Taxpayers-foot-bill-for-disabled-Danes-visits-to-prostitutes.html.

[21] Inga Margrete Ydersbond, “The ‘Promiscuous’ and the ‘Shy’: Denmark and Norway: A Historic Comparative Analysis of Pornography Legislation”, The NPPR Working Paper Series: The Politics of Commercial Sex, marzo 2012, https://www.duo.uio.no/bitstream/handle/10852/34447/NPPRWP201201.pdf?sequence=1.

[22] Takudzwa Hillary Chiwanza, “Thousands of Chinese Prostitutes Are Flocking to Africa for Lucrative Fortunes”, The African Exponent, 7 maggio 2018, https://www.africanexponent.com/post/8965-chinese-prostitutes-have-joined-the-scramble-for-africas-fortunes.

[23] Pat Fagan, “The Effects of Pornography on Individuals, Marriage, Family and Community”, Issue Brief, The Family Research Council, consultato in data 6 ottobre 2018, https://downloads.frc.org/EF/EF11C36.pdf.

[24] Jill Manning, testimonianza al Senato, 10 novembre 2005, fa riferimento a J. Dedmon, “Is the Internet Bad for Your Marriage? Online Affairs, Pornographic Sites Playing Greater Role in Divorces”, 2002, comunicato stampa da The Dilenschneider Group, Inc., 14, https://s3.amazonaws.com/thf_media/2010/pdf/ManningTST.pdf

[25] David Shultz, “Divorce Rates Double When People Start Watching Porn”, Science, 26 agosto 2016, http://www.sciencemag.org/news/2016/08/divorce-rates-double-when-people-start-watching-porn.

[26] George Akerlof, Janet Yellen and Michael Katz, “An Analysis of Out-of-Wedlock Childbearing in the United States”, Explorations of Pragmatic Economics (Oxford: Oxford University Press, 2005), 120.

[27] Joseph Chamie, “Out-of-Wedlock Births Rise Worldwide”, YaleGlobal Online, 16 marzo 2017, https://yaleglobal.yale.edu/content/out-wedlock-births-rise-worldwide.

[28] Mark Aguiar, Mark Bils, Kerwin Kofi Charles and Erik Hurst, “Leisure Luxuries and the Labor Supply of Young Men”, National Bureau of Economic Research, Documento di lavoro n. 23552 rilasciato nel giugno 2017, p. 1, http://www.nber.org/papers/w23552.

[29] Tom Wijman, “Mobile Revenues Account for More Than 50% of the Global Games Market as It Reaches $137.9 Billion in 2018”, Newzoo, 30 aprile 2018, https://newzoo.com/insights/articles/global-games-market-reaches-137-9-billion-in-2018-mobile-games-take-half/.

[30] “United States Crime Rates 1960–2017”, Compilato da DisasterCenter.com da: FBI UCS Annual Crime Reports, http://www.disastercenter.com/crime/uscrime.htm.

[31] Bonnie Berkowitz, Denise Lu and Chris Alcantara, “The Terrible Numbers That Grow with Each Mass Shooting”, Washington Post,  29 giugno 2018, https://www.washingtonpost.com/graphics/2018/national/mass-shootings-in-america/?utm_term=.f63cc1b03c0b.

[32] Global Terrorism Database (GTD), University of Maryland, https://www.start.umd.edu/gtd/.

[33] Jacque Wilson and William Hudson, “Gun Violence in PG-13 Movies Has Tripled”, CNN, 11 novembre 2013, http://www.cnn.com/2013/11/11/health/gun-violence-movies/index.html.

[34] Assil Frayh, “Gun Violence Keeps Rising in PG-13 Movies, Study Says”, CNN, 20 gennaio 2017,  https://www.cnn.com/2017/01/20/health/gun-violence-pg-13-movies-study/index.html.

[35] “Violent Video Games and Young People”, Harvard Mental Health Letter, 27, no. 4 (ottobre 2010), http://affectsofvideogames.weebly.com/uploads/6/4/3/3/6433146/medical_journal.pdf

[36] Citato in “Short Hair for Women”, Encyclopedia of Fashion, http://www.fashionencyclopedia.com/fashion_costume_culture/Modern-World-1919-1929/Short-Hair-for-Women.html#ixzz5MO5NNUTa.

[37] “Long Hair for Men”, Encyclopedia of Fashion, http://www.fashionencyclopedia.com/fashion_costume_culture/Modern-World-Part-II-1961-1979/Long-Hair-for-Men.html.

[38] “Hip Huggers”, Encyclopedia of Fashion, http://www.fashionencyclopedia.com/fashion_costume_culture/Modern-World-Part-II-1961-1979/Hip-Huggers.html.

[39] Kathryn Bromwich, “Groupies Revisited: The Women with Triple-A Access to the 60s”, The Guardian, 15 novembre 2015, https://www.theguardian.com/music/2015/nov/15/groupies-revisited-baron-wolman-rolling-stone-pamela-des-barres.

[40] David Ensminger, Left of the Dial: Conversations with Punk Icons (Oakland, Calif.: PM Press), 47;Neil Eriksen, “Popular Culture and Revolutionary Theory: Understanding Punk Rock”, https://www.marxists.org/history/erol/periodicals/theoretical-review/19801802.htm.

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